Mercato azionario, cresce sempre più l’interesse degli italiani
L’ultimo bollettino statistico pubblicato dalla Consob, l’autorità che vigila sui mercati finanziari in Italia, evidenzia che i risparmiatori italiani hanno ritrovato l’appetito per il mercato azionario, la cui componente nei portafogli e nei depositi degli intermediari ha registrato un tasso di crescita a due cifre.
La quota investita nel mercato azionario
Secondo i dati pubblicati dalla Consob, nel 2024 il portafoglio dei titoli del mercato azionario detenuti dagli italiani in via diretta in diretta è cresciuto del 20,8% rispetto all’anno precedente. A questo si è accompagnato un parallelo incremento (pari all’11,5%) dei fondi di investimento.
Il patrimonio gestito da intermediari italiani e così salito a quota 1621 miliardi di euro, in crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente. Ciò è avvenuto soprattutto grazie alla crescita delle gestioni patrimoniali individuali (+4,4%) che rappresentano due terzi del totale.
Complessivamente, alla fine dello scorso anno gli strumenti finanziari detenuti presso gli intermediari hanno toccato un controvalore di 4052 miliardi di euro (segnando una crescita annua del 3,4%).
La crescita dei volumi
Anche le prestazioni di servizi di investimento sono cresciute notevolmente lo scorso anno. Il collocamento di strumenti finanziari ha avuto un incremento del 10,1% mentre le negoziazioni per conto proprio hanno vissuto un vero e proprio boom, pari al 74,5%. È aumentata anche l’esecuzione ordini, in rialzo del 10%, così come la ricezione e la trasmissione di ordini che è cresciuta del 7,8%. In aumento anche i premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi e contenuto prevalentemente finanziario (+32,6%).
Le ragioni del boom
Probabilmente questa tendenza risente dei robusti rialzi che sono stati registrati nell’ultimo biennio dal mercato azionario, che hanno aumentato l’attrattività degli investimenti in titoli azionari da parte dei soggetti individuali e istituzionali. Un ruolo l’ha giocato anche il fatto che il taglio dei tassi da parte della BCE, che rende più appetitosi gli asset a maggiore rischio rispetto al reddito fisso (titoli di Stato ed obbligazioni).