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Intervista a Manuela Tesse, allenatrice del Pomigliano, attuale capolista della Serie B: “Pomigliano, io ci credo!”
Questa settimana, è intervenuta ai nostri microfoni, Manuela Tesse allenatrice del Pomigliano, attuale capolista del campionato di Serie B.
Manuela vanta un glorioso passato da calciatrice: 87 presenze con la maglia della Nazionale, ha partecipato a due edizioni degli Europei ed alla fase finale dei Mondiali del 1999 negli Stati Uniti.
Da giocatrice ha vinto: 4 scudetti, 5 Coppa Italia e 1 Supercoppa vestendo le maglie di Torres, Verona, Modena, Milan, Foroni,Torino e Lazio.
I successi sono arrivati anche in panchina, quando, una volta terminata la sua brillante carriera da calciatrice, ha vinto un campionato di Serie B, 1 scudetto, 2 Supercoppe e, nel 2018, una panchina d’argento con la Lazio come miglior allenatrice della serie b.
In questa intervista esclusiva, sono tanti i punti che siamo andati ad approfondire con Manuela, per ascoltare l’intervista integrale CLICCA QUI
Facciamo un passo indietro, raccontaci com’era Manuela da bambina…
“Abitavo in campagna, per socializzare, giocavo a calcio per la strada con i miei amici. Mi sono innamorata di questo sport e non ho mai più smesso di pensare al calcio, da quando sono bambina.”
Tra i tanti allenatori che hai avuto, ne ricordi uno in particolare?
“Ce ne sono due: Sergio Guenza, con un grande passato da calciatore e da secondo allenatore nella Lazio che vinse lo scudetto. Il secondo è Sergio Vatta, un grande allenatore del settore giovanile del Torino che ebbe una parentesi con noi in Nazionale e che ci portò alla fase finale del Mondiale del 1999.”
Qual è stata una stagione calcistica che ricordi con particolare emozione sia da giocatrice che da allenatrice?
“Da giocatrice, la finale degli Europei del 1997 che abbiamo perso contro la Germania. Vincemmo 2 a 0 contro la Norvegia, fu un risultato incredibile per noi, loro erano campionesse olimpiche. Da allenatrice, vivi le emozioni più da dentro. Sei colei che trascina la squadra. Un ricordo bellissimo fu la prima Champion’s League, perdevamo 3 a 0 e riuscimmo a pareggiare 3 a 3 a Cipro con tripletta di Patrizia Panico , arrivammo ai quarti di finale. Poi, anche la vittoria dello scudetto a casa mia, quando giocavo nella Torres, fu un ricordo indelebile.”
Hai qualche rimpianto?
“Sì,mi è dispiaciuto non essere andata in America quando è partito il professionismo, soprattutto per imparare la lingua.”
Come è vissuto il calcio femminile in Canada e Trinidad Tobago?
“Sono molto più avanti di noi, le bambine, già da piccole, praticano tutti gli sport.”
Qual è stata l’avversaria più forte che hai marcato?
“Sicuramente, Carolina Morace e Patrizia Panico.”
Nel 2020, hai superato il corso di allenatrice MASTER UEFA PRO, ci racconti questa esperienza?
“C’erano tantissimi campioni del Mondo del 2006, ho imparato tantissimo parlando di calcio con giocatori come Andrea Pirlo e Luca Toni che sono stati allenati dai migliori allenatori del mondo. Il corso è stato molto duro, per una donna è molto difficile accedere. Devi avere dei punteggi molto alti, solo in 25 possono accedere e non ci sono le quote rosa. Ho dovuto fare 15 anni di carriera da allenatrice prima di poter accedere, mentre Pirlo, appena ha smesso di giocare, è subito entrato. Lo dico senza alcuna polemica, loro sono molto più avanti da un punto di vista tattico, perchè hanno avuto la possibilità di essere allenati da grandi allenatori e questo ti fa apprendere tanto.”
Questa è stata la tesi che hai presentato al corso: “EVOLUZIONE TECNICO TATTICA NEL CALCIO FEMMINILE :
ITALIA vs BRASILE VENT’ANNI DOPO (mondiali USA 1999 vs mondiali Francia 2019)” relatore Renzo Ulivieri, come ti è nata l’idea di questa tesi?
“Nel sorteggio dei Mondiale del 2019 è capitato il Brasile, proprio come nel 1999. L’idea è nata spontanea. I cambiamenti sono stati tantissimi, sia sotto il profilo tecnico-tattico sia sotto il profilo organizzativo. Inoltre, è stato un modo per riempire la biblioteca di Coverciano perchè ci sono ancora poche tesi sul calcio femminile. Per leggere la tesi di Manuela CLICCA QUI”
Qual è la calciatrice che ti ha colpito di più in Italia?
“Elisa Polli, l’ho vista giocare nella Jesina. Lei è un attaccante di grande prospettiva, quest’anno ha la possibilità di giocare ad Empoli, ma nei prossimi anni la vedo molto bene in una squadra di alta fascia.”
Parliamo del tuo presente, il Pomigliano. Che ambiente hai trovato?
“Un ambiente che non mi aspettavo. Il Pomigliano è una società neopromossa che è nata dal niente, è una società dilettante, ma vi assicuro che loro operano come se fossero dei professionisti. A partire dalle infrastrutture, ai componenti dello staff, al presidente che vive il calcio ancora con passione, mi trovo veramente bene.”
Mancano sei giornate alla fine della Serie B, come lo state vivendo questo finale di stagione così emozionante?
“Il mood deve essere IO CI CREDO. Lotteremo fino alla fine per tentare di conquistare la promozione in Serie A. I sogni devono essere cavalcati.”
Quale squadra di Serie B ti ha impressionato di più e quale giocatrice di Serie B può fare il salto di categoria?
“Sicuramente la Lazio è una squadra fortissima e Martin, capocannoniere del campionato, è una delle candidate per fare il salto di categoria. Mi ha colpito tantissimo.”
Hai un sogno nel cassetto?
“Sogno una casa vista mare. ”
Due aggettivi per descriverti?
“Grintosa e passionale”
Cosa fai nel tuo tempo libero?
“Mi piace andare al mare e leggere.”
Si ringrazia per la disponibilità Manuela Tesse per la concessione dell’intervista.
Denise Civitella
Intervista a Federica Seneghini, giornalista e autrice del libro “Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce”.
Il suo libro è presente in tutte le librerie e, a pochi mesi dalla sua uscita, è già alla terza ristampa. Federica Seneghini, genovese, classe 1981, lavora come giornalista presso la redazione del “Corriere della Sera” e nel corso di questo 2020, ha terminato il suo primo lavoro come scrittrice: “Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce” (Solferino Libri)
Per ascoltare il podcast:
Intervista AUDIO a Federica Seneghini
Un romanzo che incastra alla perfezione la storia del nostro Paese in epoca fascista, con quella di un gruppo di donne che volevano giocare a calcio come gli uomini, formando una squadra e tentando di andare contro gli stereotipi del tempo in cui la figura della donna appariva “costretta” tra le mura domestiche a crescere i figli.
Un libro entusiasmante che viene arricchito ulteriormente da un saggio finale dello storico Marco Giani che, in modo attento, ripercorre anni di discriminazione femminile nel mondo del calcio. Fa riflettere come la situazione non sia molto mutata rispetto a novant’anni fa.
Prima di iniziare a parlare del tuo libro, facciamo un passo indietro: chi era Federica da bambina?
“Non ho mai giocato a calcio, ho praticato il basket per un paio di anni e andavo a nuoto. Da genovese, tifo per la Samp. Non ho mai praticato sport a livello agonistico. L’idea di scrivere un romanzo di sport è stato un caso.”
Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
“L’idea è nata lo scorso anno nei giorni dei Mondiali di Francia del 2019. Mi sono interessata all’argomento e ho fatto un po’ di ricerche per scrivere un articolo per il Corriere della Sera, il giornale per cui lavoro. Mi sono imbattuta in alcuni studi che ripercorrevano le vicende della squadra delle “Giovinette”. C’erano soprattutto studi di Marco Giani, il ricercatore che firma il saggio finale del libro e con lui siamo andati a casa di Grazia Barcellona che nel romanzo ha 4 anni, l’abbiamo incontrata lo scorso anno che ne aveva 90. Grazia, purtroppo, è scomparsa pochi mesi dopo il nostro incontro. Lei era l’ultima testimone oculare di questa squadra.”
Raccontaci le tue emozioni di questo incontro…
“E’ stato emozionante perchè la storia della squadra era la storia della famiglia di Grazia. Le sue zie erano le protagoniste del racconto. Rosetta era la “bomber”, la mamma era Giovanna, la persona che sorvegliava e guidava il lavoro sportivo delle ragazze. Lei era una bambina, ma si ricordava ancora tutto. Ormai, era diventata la storia di famiglia che si raccontava sempre durante le feste di Natale o i ritrovi di famiglia.”
Quali difficoltà hai dovuto superare per scrivere il racconto?
“Sono state soprattutto a tutto il materiale cartaceo che avevo a disposizione che Marco Giani aveva già studiato negli anni scorsi. Sono partita da alcuni articoli di giornale, reportage, lettere che le ragazze avevano scritto alle autorità fasciste. Da lì, c’è tutto un lavoro da fare e devi cercare di cucire il materiale dando un senso logico, colmando i vuoti e renderlo accattivante per un pubblico vario. E’ un romanzo che si rivolge non solo agli appassionati di sport, ma anche a coloro che amano la storia, i diritti. E’ un romanzo che si rivolge anche ai ragazzi, con Marco Giani, alcune delle presentazioni che abbiamo fatto, prima del lockdown, sono state fatte nelle scuole.”
Il movimento del calcio femminile, solo adesso sta cominciando a cambiare ed a mostrare il suo potenziale al pubblico dopo anni di buio, sei d’accordo?
“Molto è stato fatto dalle #ragazzemondiali , molti dialoghi sono ricostruiti allo scorso anno. Alcuni dei dialoghi sono stati presi da conversazioni che ho ascoltato lo scorso anno. Anche la mia categoria ha un ruolo per sdoganare quello che, da sempre in Italia, è considerato uno sport esclusivamente maschile. Le cose sono molto cambiate anche solo rispetto a cinque anni fa.”
Qual è stata la tua più grande soddisfazione ottenuta dopo la pubblicazione del romanzo?
“Ne abbiamo ottenute molte, ma sicuramente che il Comune di Milano intitolerà una via del Parco Sempione alle ragazze che sfidarono il Duce. Il Sindaco Beppe Sala ha raccolto l’appello affinchè la città ricordi queste ragazze. L’inaugurazione, probabilmente, sarà fatta nei primi mesi del 2021, vicino all’Arena, un posto sportivo legato alla storia di questa città. Ci sarà anche una targa, in modo tale che le persone che passeranno da lì, potranno leggere un riassunto della storia delle avventure di Rosetta e compagne.”
Hai avuto modo di conoscere anche l’attuale CT della Nazionale Azzurra, Milena Bertolini. Che impressione ti ha fatto?
“Con Milena abbiamo fatto una bellissima presentazione a Reggio Emilia, la sua città, qualche mese fa. Sono stata felicissima. Milena sta facendo un grandissimo lavoro, non sportivo, ma anche culturale. Si sta impegnando nell’abbattere i pregiudizi che lei stessa ha sovuto subito sulla sua pelle quando giocava. Mi ha raccontato gli aneddoti in cui giocava a calcio e mi ha fatto impressione che anche lei stessa abbia ritrovato nel libro molti dei pregiudizi che ha dovuto subire quando era giocatrice, nonostante il libro fosse ambientato negli anni ’30.”
Hai un personaggio a cui sei particolarmente legata?
“Mi sono affezionata a tutti i personaggi, forse a Rosetta un po’ di più. E’ l’ultima che si arrende, vuole continuare ad ogni costo. In realtà, uno dei miei preferiti è anche Carlo Brighenti che è stato l’unico giornalista a dare manforte alle ragazze e a scrivere cose positive sul loro progetto. Ho conosciuto anche il nipote di Carlo e sono affezionata anche a questo personaggio.”
Hai in programma di scrivere altri libri?
“Mi piacerebbe molto scrivere un altro libro, non ho niente in programma, ma sono alla ricerca di nuovi argomenti. Questo libro non è solo una vicenda di sport e di storia perchè mi ha permesso di mettermi alla prova con tante sfide giornalistiche.”
Hai un sogno nel cassetto?
“Era proprio quello di scrivere un libro…”
Come ti piace trascorrere il tuo tempo libero?
“Appena sono libera, prendo la macchina e mi allontano da Milano. Sono di Genova, vengo spesso in Liguria. Mi piace trascorrere dei weekend fuori porta.”
Stelle in campo ringrazia Federica per la cortesia e la disponibilità.
Denise Civitella
Ph. credit Twitter di @fedesene, articolo21.org e Corriere della Sera.
Italia, che manita!!! Le azzurre vincono 5 a 0 contro la Bosnia.
L’Italia vince 5 a 0 contro la Bosnia grazie alle magie di Girelli, tripletta per lei, Galli e Linari.
Tutto troppo facile per le azzurre che il 27 ottobre andranno a scontrarsi contro la Danimarca per uno scontro al vertice che sarà determinante per la qualificazione ai prossimi europei.
Scrivimi su stelleincampo@gmail.com per parlare di calcio femminile o promuovere la tua attività in questo movimento.
A questo link, potrete ascoltare il mio approfondimento sulla partita!
https://www.spreaker.com/episode/41065530
Denise Civitella
Ph credit: www.lfootball.it
Martina Angelini, la voce di Sky Sport:”Ho realizzato il mio sogno,ancora non ci credo!”
Martina Angelini, giornalista sportiva, voce di SkySport con un passato nelle redazioni di Tuttosport ed Eurosport, ha il calcio femminile nel sangue. Dalle sue parole, fuoriesce tutta la sua grande passione per questo sport e per il suo lavoro che l’ha portata a commentare la finale dei Mondiali di Francia 2019 tra Stati Uniti ed Olanda, il sogno che, già da piccola, conservava nel cassetto…
ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO:
https://www.spreaker.com/user/7082423/martina-angelini
Partiamo dalle origini, da cosa nasce la tua passione per il calcio?
“I miei cugini giocavano a calcio. Ho sempre voluto giocare a calcio, ma nella mia città, Livorno, non esisteva una squadra femminile. Lo seguivo in tv, ho sempre detto che avrei voluto fare la giornalista sportiva per entrare gratis allo stadio. Andavo di nascosto a vedere le partite del Pisa quando giocava in serie A”
In che ruolo ti sarebbe piaciuto giocare?
“Attaccante, sicuramente! All’inizio i bimbi non volevano farmi giocare, poi hanno cambiato idea grazie ai miei gol!”
Qual è stata l’esperienza lavorativa che ti ha fatto crescere maggiormente come donna e come giornalista?
“Gli anni di Tuttosport, ai tempi di Giancarlo Padovan. Giancarlo è stato un Direttore che mi ha insegnato tanto. A volte, mi distraevo e uscivano dei pezzi con errori banali di superficialità. Grazie a lui e al suo modo di essere molto esigente, ho imparato la cultura del lavoro ed a mantenere la concentrazione. Quando Giancarlo si arrabbiava, ti poteva chiamare anche il sabato sera a mezzanotte tenendoti mezz’ora al telefono e aveva quasi sempre ragione lui. Poi è arrivata la tv quasi per caso ed ho accantonato la carta stampata.”
Quando sei passata a fare le telecronache?
“In realtà non volevo farle. Quindici anni fa circa, ero a vedere una partita della Nazionale di calcio femminile, facevo già la giornalista ed il cronista di Rai Sport, mi disse: vieni con me così mi racconti qualche aneddoto, in questo modo, ho cominciato con le telecronache, ma non pensavo potesse diventare il mio lavoro. Nel 2007 è arrivato Eurosport, c’erano i Mondiali femminili ed io mi proposi, volevo che il pubblico a casa cominciasse a conoscere l’argomento. Sapevo che il cronista non fosse molto a conoscenza della materia.”
Raccontaci la partita o l’evento che ti ha fatto più emozionare in questi 20 anni di carriera…
“Il sogno della mia vita era quello di raccontare la finale di un Mondiale femminile e ce l’ho fatta! Ancora non ci credo. Siamo stati una squadra eccezionale, speravo di riuscire a commentare quella partita con Gaia Brunelli e quando ce l’hanno detto è stata un’emozione grande. I primi cinque minuti della finale di Lione ci davamo le gomitate con Gaia come per dire parla tu Eravamo molto emozionate.”
Come ti prepari prima di una telecronaca?
“Studio molto. Non sono una commentatrice tecnica, il mio ruolo è quello di raccontare il calcio femminile, mi piace raccontare le storie delle giocatrici e le loro curiosità.”
Quanto è importante l’apporto di Gaia Brunelli, tua collega di Sky, nelle telecronache?
“Ho sempre avuto la fortuna di lavorare con dei colleghi fantastici, ho trascorso dieci anni ad Eurosport insieme a Federico Zanon che è un telecronista eccezionale. Con il passaggio a Sky, è arrivata Gaia Brunelli che già conoscevo e da quando abbiamo cominciato a lavorare insieme, è nata una bella amicizia. Il feeling tra telecronista e commentatore è fondamentale, cominci a conoscerti anche durante il lavoro e subentri quando senti che l’altra è in difficoltà o magari lo sei tu e interviene lei. Gaia è bravissima nel suo lavoro, glielo dico sempre. Il feeling che abbiamo ci porta ad essere “leggere” non ci prendiamo mai troppo sul serio, penso che nel nostro ambiente, questo sia fondamentale”
Ti sei mai sentita “snobbata” da altri colleghi per commentare le partite di calcio femminile?
“I colleghi si rispettano molto tra loro. Ti racconto questo: spesso mi è capitato di essere su un aereo o un treno con in mano un giornale sportivo. Venivo fermata da qualche personaggio che per attaccare bottone mi diceva ah, leggi Tuttosport ed io con fierezza rispondevo: Veramente ci scrivo. Nella redazione di Sky, ho conosciuto cronisti che erano i miei idoli i quali si sono appassionati tantissimo al calcio femminile, è davvero un bell’ambiente lavorativo.”
Secondo te, siamo realmente vicini al professionismo nello sport femminile?
“Non dobbiamo avere fretta. E’ importante ribadire a tutti che quando si parla di professionismo non significa dire che Cristiana Girelli vuole guadagnare gli stessi soldi di Cristiano Ronaldo. Si parla di avere le tutele: pensione, maternità, non dover più scegliere se lavorare o giocare a calcio.”
Cosa ti piace del calcio femminile rispetto a quello maschile?
“Seguo anche il maschile, spero che il calcio femminile conservi la purezza e la correttezza. Credo che nel femminile ci sia meno la “cultura” della simulazione. Cito sempre Carli Lloyd che è una delle calciatrici più forti del mondo la quale dice: per me il successo di un contrasto non è farti vedere che riesci a farmi cadere a terra, ma che riesco a mantenere la palla e segnare.”
Qual è la tua calciatrice preferita?
“Le mie calciatrici preferite sono le bambine del Livorno calcio”
La tua vita non è fatta solo di giornalismo, ma anche di calcio vissuto sui campi. Sei infatti la responsabile del settore femminile del Livorno calcio. Raccontaci di cosa ti occupi.
“Quest’anno ho dovuto lasciare, a settembre 2019, a causa del trasferimento a Milano. Ho creato il calcio femminile a Livorno. La società mi aveva chiesto di creare una squadra, (grazie alla possibilità offerta dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio ai club professionistici maschili di acquisire società dilettantistiche femminili, n.d.r.), eravamo partiti da zero e adesso ci sono quasi ottanta iscritte. Ho lasciato le chiavi della mia mia “creatura” ad un altro responsabile, Juri Cavallini che è bravissimo. Mi definisco Presidente onorario e continuo a seguirle quando posso.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“L’avventura con Sky è iniziata l’anno scorso e spero che continui. Il progetto è quello di ricominciare il prima possibile a fare le cronache sui campi da calcio e che questo periodo di difficoltà passi presto.”
Come occupi il tuo tempo libero?
“Sono molto fortunata. Amo il mio lavoro ed è anche la mia passione. Sono felice di alzarmi presto alla domenica mattina per andare a fare la cronaca di una partita. E’ davvero una fortuna. Adoro seguire gli sport, non a praticarli!”
Cosa diresti alla Martina di 20 anni fa?
“Le direi di non mollare, quando ci sono stati dei momenti di difficoltà. Ho fatto tanta gavetta, quando mi ha chiamata Sky, la cosa più bella è stata quella di ricevere tante chiamate dai colleghi i quali mi dicevano: Finalmente raccogli quello che hai seminato. Vent’anni fa quando dicevo che mi occupavo di calcio femminile la risposta era: Perchè, le donne giocano a calcio? Invece, le soddisfazioni sono arrivate!”
Sei scaramantica?
“Ti direi di no, ma un po’ sì, soprattutto da tifosa. Magari non cambio posizione sul divano se seguo una partita che mi interessa o mi vesto alla stessa maniera se il risultato è stato positivo per la mia squadra.”
Sul tuo profilo Instagram, citi una frase bellissima di Roberto Vecchioni “Sogna ragazzo sogna”, cosa rappresenta per te ? “”Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre… perché hai già vinto lo giuro, non ti possono fare più niente”
“E’ una delle mie preferite, ci sono delle frasi in questa canzone che, a seconda della situazione, mi ripeto sempre nella mente. Questa può essere la frase che direi alla Martina di 20 anni fa.”
Grazie a Martina Angelini per la sua disponibilità e la passione che è riuscita a trasmettermi in questa intervista. La sua voglia, determinazione e passione nei confronti di questo sport devono essere d’esempio per tutti.
Denise Civitella
PH credit:
www.livornosera.it ,
www.quilivorno.it,
https://politicafemminile-toscana.blogspot.com/
Storti: “La sinergia tra FIGC e LND sarà fondamentale per la crescita del calcio femminile”
Debora Storti,livornese, classe 1974,è Responsabile del Settore Femminile per la Lega Nazionale Dilettanti della Regione Liguria. Ci racconta quanto siano importanti i ruoli dirigenziali all’interno del calcio femminile. La sinergia tra FIGC e LND sarà fondamentale per aumentare i numeri di questo sport che può ancora regalarci tante soddisfazioni…
ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO:
https://www.spreaker.com/user/7082423/debora-storti
Di che cosa ti occupi all’interno della LND?
“Rivesto l’incarico di Responsabile femminile della Regione Liguria,il mio obiettivo principale è sviluppare l’attività, mantenendo i contatti con le società e allo sviluppo del calcio femminile.”
Come sono i tuoi rapporti con gli altri responsabili regionali in territorio nazionale?
“Negli ultimi anni siamo riusciti ad instaurare una bella rete di collegamento tra i vari responsabili, grazie ad una chat che riesce a diminuire le distanze tra di noi. Grazie all’impegno del Presidente Morgana, riusciamo a vederci a Roma ed a presentare le problematiche per sviluppare al meglio le nostre attività anche su territorio nazionale.
Ogni quanto avvengono gli incontri?
“Indicativamente, sono 2 incontri a Roma all’anno. La terza possibilità di incontro è durante il Torneo delle Regioni. Torneo che verrà spostato a data da individuare.”
E’ possibile, quindi, che il Torneo delle Regioni possa essere spostato in autunno?
“Non sappiamo ancora, stiamo navigando a vista. Hanno spostato anche le Olimpiadi di Tokyo2020. Nel nostro piccolo, anche noi non abbiamo ancora individuato un periodo preciso, ma non vogliamo saltare l’appuntamento, solo posticiparlo.”
Settore giovanile scolastico: come si sta svolgendo questa attività?
“Sia a livello regionale che nazionale, è fondamentale che ci sia sinergia tra il Settore Giovanile Scolastico e i Comitati Regionali. Questo perchè le attività vengono svolte insieme. Sia la FIGC che la LND devono collaborare”
Quali sono stati gli aspetti positivi che hanno rilanciato il calcio femminile?
“I Mondiali di Francia 2019 sono stati importantissimi per il nostro movimento. Era un’estate dove tutti avevano voglia di calcio,dovuto anche all’assenza degli Azzurri agli Europei e tutta l’attenzione si è riversata sulla nostra Nazionale femminile, destando non poco stupore. Grazie anche a Rai e Sky che hanno trasmesso le partite, è stato un apporto fondamentale. Sull’onda di questo successo, dopo è importante incrementare e mantenere l’interesse avuto l’estate scorsa”
Che clima hai respirato a Montpellier?
“E’ stata una festa dentro e fuori dal campo, una bellissima giornata di sport. A fine partita, ricordo una foto scattata insieme ai tifosi cinesi. Il calcio femminile è entusiasmante per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo”
Denise Civitella
Ph.Credit: Fazzari/Ramella