navigaria

6. ho scoperto molte isole, a ciascuna diedi un nome nuovo; non appena giunti alle Indie, nella prima isola che scopersi catturai con la forza alcuni di essi, perché imparassero la nostra lingua; essi non professavano credenza né idolatria di sorta: però tutti stimano che la potenza e il bene stiano nel cielo; il nostro Redentore ha dato la vittoria ai nostri illustrissimi Re e Regina


I Navigatori. La scoperta dell'America nelle lettere di Colombo de Cuneo, Vespucci, Verrazzano, a cura di Mario Farina, Loescher Editore, 1971 CRISTOFORO COLOMBO A LUIS DE SANTANGEL E A GABRIEL SANCHEZ (al largo delle Azzorre, 15 febbraio - Lisbona, 4 marzo 1493) Signore, poiché so che avrete piacere della gran vittoria che Nostro Signore mi ha concesso nel mio viaggio, vi scrivo la presente, dalla quale apprenderete come in trentatré giorni passai dalle isole Canarie alle Indie con l'armata che gli illustrissimi Re e Regina nostri signori mi affidarono: dove ho scoperto molte isole popolate da gente innumerevole, e di esse ho preso possesso in nome delle Loro Altezze, con bando e bandiera reale spiegata. Alla prima che trovai posi nome "San Salvatore" a ricordo della divina Maestà, che miracolosamente ci ha concesso tutto questo: gli Indiani la chiamano "Guanahanì"; alla seconda posi nome "Isola di Santa Maria della Concezione"; alla terza "Fernandina"; alla quarta "Isabella"; alla quinta "Isola Giovanna", e così a ciascuna diedi un nome nuovo. [...] Io riuscivo a capire, parlando con altri Indiani che avevo catturati, che questa terra era un'unica isola: e così ne seguii la costa verso oriente per centoe sette leghe, fin dove essa terminava. [...] Gli abitanti di quest'isola e di tutte le altre che ho scoperto o di cui ho avuto notizia [...] dopo che si sono rassicurati e hanno deposto questo timore, sono tanto privi di malizia e tanto liberali di quanto posseggono, che non lo può credere chi non l'ha visto. Qualunque sia la cosa in loro mano che venga ad essi richiesta, non dicono mai di no; [...] Essi non professavano credenza né idolatria di sorta: tutti però stimano che la potenza e il bene stiano nel cielo, e credevano fermamente che io, con queste navi e con questa gente, fossi venuto del cielo, e con tale convinzione mi ricevevano dovunque, dopo essersi scrollata di dosso la paura. E ciò non accade perché siano ignoranti, ché, anzi, sono di ingegno molto sottile, e navigatori esperti di tutti quei mari, tanto che fa meraviglia come sanno render conto di tutto, ma perché non avevano mai visto gente vestita, né navigli simili ai nostri. Non appena giunti alle Indie, nella prima isola che scopersi catturai con la forza alcuni di essi, perché imparassero [la nostra lingua] e mi dessero notizia di quanto v'era da quelle  parti, e così avvenne che ben presto fummo in grado di capirci a vicenda, un po' con le parole e un po' coi gesti; e questi ci furono di grande giovamento. Ancora oggi li porto con me, e sebbene abbiano vissuto a lungo al mio fianco, sono sempre convinti che io venga dal cielo. Costoro erano i primi a dar tale annunzio dovunque io giungessi, e gli altri andavano correndo di casa in casa ai villaggi vicini, gridando ad alta voce: -Venite, venite a vedere la gente del cielo!-; così tutti, uomini e donne, dopo essersi rassicurati sul nostro conto, venivano senza lasciar indietro né grandi né piccoli, e tutti portavano qualcosa da mangiare e da bere e lo offrivano con meravigliosa amorevolezza. [...] E, a dire il vero, avrei fatto molto di più se i navigli mi avessero servito come ragione richiedeva. Questo è già molto, [ e tanto che non lo si deve attribuire a ingegno o industria umana ma] all'eterno Iddio nostro Signore, il quale a tutti coloro che seguono le sue vie concede la vittoria in imprese che sembrano impossibili; e la nostra segnatamente fu una di queste, perché, sebbene di queste terre si sia parlato o scritto, tutto si basava su congetture non comprovate dall' esperienza, e i più fra gli uditori, pur non comprendendo tutto, ascoltavano e giudicavano trattarsi non solo di cose da nulla, ma addirittura di favole. Così dunque il nostro Redentore ha dato la vittoria ai nostri illustrissimi Re e Regina e ai loro regni, che diverranno famosi per un'impresa tanto alta, di cui la Cristianità deve rallegrarsi e far grandi feste e ringraziare solennemente la Santa Trinità con molte preghiere solenni, per l'incremento che riceverà dalla conversione di tanti popoli alla nostra santa fede, e poi dai beni temporali: ché non solo la Spagna ma, tutti i cristiani troveranno qui sollievo e guadagno. Questo, così come in breve fu compiuto, così lo riferisco in breve. Scritta sulla Caravella, al largo delle isole Canarie, ai 15 di febbraio, l'anno 1493. Farà quello che ordinerete l'Ammiraglio. (brani tratti da pag. 3 a pag. 23)

Mappamondo di Juan de la Cosa, 1500 la prima carta dove viene rappresentato il Nuovo Mondo, posto in alto https://it.wikipedia.org/wiki/Juan_de_la_Cosa

Mappamondo di Juan de la Cosa, orientato in modo "abituale"

"Ma no, così è sbagliata!" "Perché?" "Devi girarla!" "Perché?" "E' messa sottosopra! Non vedi? l'Europa è sotto, il Nord è sotto e il Sud è sopra! Noi siamo sopra, in alto!" Una classe di seconda media, che è rimasta impassibile di fronte alle antiche carte che rappresentavano mostri e draghi oltre le colonne d'Ercole -ridacchiano dicendo: "guarda questi antichi quante cose strane avevano  in mente"- si agita e si stupisce di fronte a una carta del mondo rovesciata, dove "noi" siamo messi "sotto". "Ma non c'è sotto e sopra nello spazio" "... ... come? ... ..." "No, il Nord viene disegnato sopra, ma non è sopra, non è in alto." "... ... ..." "No, non c'è un motivo scientifico per mettere il Nord in alto. Le antiche mappe mettevano in alto l'Est, l'Oriente. Orientarsi viene proprio da lì. Poi si cambiò sistema secondo l'uso dei marinai che avevano la stella polare come riferimento più usato, la stella polare che indica sempre il Nord." Si parlava di immigrazionee di emigrazione, di confini, di confini che cambiano e di come si fa presto a diventare straniero quando cambia un confine.  E di confini interiori, di convinzioni, di prospettive consuete e troppo consuete, di punti di vista, di mappe che abbiamo nella testa, di mondi che ci costruiamo ogni attimo. Sotto e sopra, in alto e in basso; per esempio.

Sabine Rethoré, Mediterraneo senza frontiere, 2011

Codex Quetzalecatzin (noto anche come Mapa de Ecatepec-Huitziltepec o ancora Codex Ehecatepec e Huitziltepec o Charles Ratton Codex); è un manoscritto mesoamericano molto raro, una delle più importanti testimonianze indigene della prima storia delle Americhe.

particolare del Codes Quetzalecatzin