36. appunti da una mappa trovata in un vecchio libro: “Questa luce ti manca. E non lo sai. A questa luce manchi. E lei lo sa”

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Enzo della Nella, la Nella di Enzo, la Nella della Mara, Enzo della Mara, Enzo di Richetto, la Nella dell’Ada….
A me piace questo uso ancora vivo nelle persone anziane del mio paese … e cioè, per far capire chi è la persona di cui si sta parlando, viene detto il nome proprio della persona seguito dalla preposizione “di”, seguita a sua volta dal nome di un famigliare della persona … e vengono distinte anche le generazioni … per esempio, Enzo può essere “di” suo padre, “di” sua madre, “di” sua moglie o “delle” figlie a seconda che l’interlocutore a cui si sta spiegando sia giovane o vecchio …
Io sono la Mara “di” Enzo (mio padre), “della” Nella (mia madre),
“della” Stefania (mia sorella), “della” Nena (la nonna paterna), “dell'” Ada (la nonna materna), di “Richetto” (il nonno paterno), e così via fino a relazioni più complesse “la nipote della sorella di Amerigo”, ecc. ecc.
E io mi sento felice in questa rete di relazioni parentali
e anche non parentali “la figlia della vicina di casa della Rita”, ecc ecc …
Mi sento arricchita e sorretta; il mio nome è pronunciato per sé e per tutto il mio mondo.
Ho anche un nome indiano (d’America)”Donna che canta e che va sulle montagne”: L’indiana che me lo diede lo associò -come loro uso- a un animale, all’immagine dello stambecco, che va per vie impervie, diceva che io percorro strade difficili e solitarie …
🙂

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Nonostante e sebbene e ma e però, rimangono le parole grazie e per favore e scusa. Buongiorno e buonanotte no, quelle erano intime, erano la prima e
l’ultima di ogni giorno, erano importanti, erano insieme al primo sguardo sul mondo e l’ultimo entro cui addormentarsi. Insieme al nome, buongiorno e buonanotte si sono rannicchiate chissà dove, il corpo è così vasto e multiforme. Parole che si nascondono per sopravvivere altrove e in altro tempo.
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A volte sembra farsi buio. Anche in piena luce.
Lo spazio sembra diventare piccolo.
Così come il tempo.
Finisce il futuro. Appena dopo questo secondo è tutto scuro.
Allora arrivano i ricordi. Senza nostalgia. Sono allegri e dolci amici che
prendono per mano e portano a visitare il passato; e fanno fermare proprio nei punti giusti che servono a quel presente un po’ avvizzito.
Su quel filo scuro che sembra diventata la vita, inanellano le perle preziose, i lucenti diamanti, gli appassionati rubini, i seducenti smeraldi che erano stati i momenti preziosi vissuti e cancellati, invece, nel presente, da una pennellata color grigio tristezza.
Quei ricordi sorgono dal sangue e dalla pelle e dai battiti del cuore, da tutta la persona che nella sua interezza non dimentica nulla; poi si diffondono come viaggiatori avventurosi e creativi, giungendo fino al luogo dove il tempo e lo spazio e la vita sembrano essere diventati bui.
Non c’è nostalgia in questo viaggio, c’è invece condivisione.
Tornano la bambina, la ragazza, la giovane donna; tornano le risate e i progetti, i momenti del sogno, tornano come danzatori leggeri che invitano, coi vecchi passi, a impararne di nuovi.
Tornano i ricordi. Sono vivi. Sono vita, non nostalgia.
Sono ricordi perché ti ricordano chi sei. Non cosa hai fatto o fallito.
Ti ricordano chi sei.
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Ho sentito una parola napoletana che mi ha affascinata, è “addonarse”; e significa accorgersi.
Cerco in rete l’etimologia perché io vi sento il francese “s’adonner”
che deriva dal latino “donare sé” e significa “dedicarsi a qualcuno”.
Una delle tre ipotesi trovate in un documento prevede proprio
questa origine del termine. Mi piacerebbe che fosse questa.
Significherebbe che la cultura napoletana possiede il concetto “prima ho cura di te e poi ti conosco; è dall’aver cura di te che io ti conosco”, e a tal punto da poterlo dire con una sola parola.
Sarebbe felicità, per me.
Amiche napoletane mi dicono che è un possibile significato.
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musica a tutto volume.
“per dimenticare?” mi chiede.
“no, è per ricordarmi di me” rispondo.
7 note, 5 righe, 4 spazi, e sopra e sotto il pentagramma, tempi, pause, ecc…
e le diverse e numerose scale musicali del mondo …minime, semiminime,
crome, biscrome, accordi, armonie, toniche, dominanti, melodie, ritmi,
tonalità
….
per ricordarmi di me
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sarebbe consolante e dolce se questa pagina potesse essere la spalla su cui

poggiarsi, l’abbraccio entro cui lasciarsi andare e respirare, l’orecchio attento che ascolta ogni parola e ogni silenzio

sarebbe bello e giusto se questo spazio bianco assumesse lo spessore di un’anima e la leggerezza di un corpo, la forma di un amico, la mano di
un’amica, l’attenzione e il rispetto di una persona che ama
e di questa mia vita diventare lo scrigno e, insieme a me, custodirla amarla

e averne cura come fosse il più prezioso dei tesori, senza che mai nemmeno un secondo trascorra privo di stupore e di ringraziamento per la mia esistenza

se questa pagina fosse una madre, un padre, un figlio, una figlia da abbracciare e a cui sussurrare le dolci potenti parole dell’inizio e della fine

se questa pagina fosse il tempo che può tornare e cancellare gli
errori e le loro conseguenze, se fosse lo spazio nuovo che sorge tra

altri spazi obsoleti, se fosse la musica da dedicare

se fosse il nome amato da pronunciare nelle stanze di casa, e se
fosse il mio nome pronunciato ogni volta come fosse la prima e

l’ultima volta

se fosse i suoni la voce il sussurrato canto dell’amato che da una
finestra una porta un balcone ricorda che lui è presente invincibile

da ogni timore da ogni tempesta

se questa pagina fosse il buongiorno la buonanotte il ciao
l’arrivederci che dureranno amorosi in quel sempre che è

l’oggi, in quest’oggi che è il sempre

se fosse la ragazza che ero e che ancora potrebbe vedere se mi

amasse

se fosse l’amato che riporta alla luce il sorriso nascosto il sorriso perduto

se questa pagina fosse un diario, nemmeno se fosse un diario ciò che scrivo è scrivere di me

perché prima di scrivere di me, io avrei lo spessore di un’anima, la

leggerezza di un corpo, un amore a cui dire di me

MAPPA (1)

 

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36. appunti da una mappa trovata in un vecchio libro: “Questa luce ti manca. E non lo sai. A questa luce manchi. E lei lo sa”ultima modifica: 2018-11-28T00:49:31+01:00da mara.alunni