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138. il primo bacio e il secondo e il terzo e ... appunti per un racconto


il primo bacio che fu un po' il primo e non del tutto, fu in un parcheggio deserto vicino alla stazione dei treni, una sera di febbraio, e fu all'improvviso e restò lì all'improvviso, come se 'l'improvviso' fosse un paese e infatti fu come attraversare un confine il primo bacio fu così e molto di più che bisogna immaginare il secondo bacio che fu il secondo ma fu molto il primo, fu in una piazza circondata da palazzi antichi, al centro della città, una notte di febbraio, e fu all'improvviso e 'l'improvviso' divenne un paesaggio di Chagall il secondo bacio fu così e molto di  più che bisogna immaginare il terzo bacio che forse fu il terzo fu appena varcata la soglia, una sera di febbraio, e fu all'improvviso e atteso e sperato, e quindi fu certo, come se 'certo' fosse la casa dove abitare insieme il terzo bacio fu così e molto di più che bisogna immaginare il quarto bacio che fu il quarto ma fu tutti quelli a venire, fu una intera notte d'inverno, la luce della luna toccava le labbra e le mani, e fu voluto e voluto e voluto come se 'voluto' fosse il tempo perfetto e il luogo del sempre il quarto bacio fu così e molto di più che bisogna immaginare il quinto bacio che fu il quinto ma il millesimo, fu in campagna, un pomeriggio di primavera, e fu quello non dato con le labbra, ma con le parole e con gli occhi e con tutto il corpo, e restò a lungo, come se 'a lungo' fosse un paese da viaggiare per il resto dei giorni il quinto bacio fu così e molto di più che bisogna immaginare i baci che non erano baci furono prima dei baci, furono tutto ciò che accadeva, e furono in ogni momento che accadeva, nelle sere e nei giorni d'inverno, inaspettati ogni volta, come se 'ogni volta' fosse il ticchettare di un orologio senza fine i baci che non erano baci furono così e molto di più che bisogna immaginare ora racconta il mondo bisogna immaginare