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163. "La mia nascita è quando dico un tu." (Aldo Capitini)


La mia nascita è quando dico un tu. Mentre aspetto, l'animo già tende. Andando verso un tu, ho pensato gli universi. Non intuisco dintorno similitudini pari a quando penso alle persone. La casa è un mezzo ad ospitare. Amo gli oggetti perché posso offrirli. Importa meno soffrire da questo infinito. Rientro dalle solitudini serali ad incontrare occhi viventi. Prima che tu sorridi, ti ho sorriso. Sto qui a strappare al mondo le persone avversate. Ardo perché non si credano solo nei limiti. Dilagarono le inondazioni, ed io ho portato nel mio intimo i bimbi travolti. Il giorno sto nelle adunanze, la notte rievoco i singoli. Mentre il tempo taglia e squadra cose astratte, mi trovo in ardenti secreti di anime. Torno sempre a credere nell'intimo. Se mi considerano un intruso, la musica mi parla. Quando apro in buona fede l'animo, il mio volto mi diviene accettabile. Ringraziando di tutti, mi avvicino infinitamente. Do familiarità alla vita, se teme di essere sgradita ospite. Quando tutto sembra chiuso, dalla mia fedeltà le persone appaiono come figli. A un attimo che mi umilio, succede l'eterno. La mente, visti i limiti della vita, si stupisce della mia costanza da innamorato. Soltanto io so che resto, prevedendo le sofferenze. Ritorno dalle tombe del novembre, consapevole. (Aldo Capitini da Colloquio corale, in Walter Binni, La tramontana a Porta Sole. Scritti perugini e umbri 1942-1997, Il Ponte Editore 2017)  

Federico Clapis, Searching for God, 2019

Federco Clapis, Welcome(?), New Installation, 2019