237. qual è la mappa del tuo Natale? 3) Adventus – Incarnare, Incarnar-sé o della Coerenza e della Congruenza

QUAL E’ LA MIA INCARNAZIONE? IN CHE MODO IO INCARNO ME STESSO-A? IN CHE MODO SONO COERENTE E CONGRUENTE? QUAL E’ LA MIA STRADA? IN CHE MODO DIVENTO ME STESSO-A?

 

“Questa, dunque è la mia strada; qual è la vostra? Così rispondevo a coloro che da me vogliono sapere la strada. Questa strada infatti non esiste!”
“Voi non avevate ancora trovato voi stessi: quand’ecco che trovaste me. Così fanno tutti i credenti; perciò ogni credenza è così poco importante. Ora io vi ordino di dimenticare me e di trovare voi stessi, e solo quando voi mi avrete rinnegato tornerò da voi.”
F. NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra.

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

“Solo dopo la notte più buia si farà giorno.
Coprite dunque i lumi e restate in silenzio,
affinché la notte divenga buia e silente.
Il sole sorge senza il nostro aiuto.
Solo chi conosce l’errore più nero sa che cos’è la luce.”
C. G. Jung, Il Libro Rosso

                                                                         

“Cristo è l’esemplare che vive in ogni cristiano come sua personalità totale. Ma il corso della storia portò alla imitatio Christi, con la quale l’individuo non segue il proprio fatale cammino verso l’interezza, ma cerca di imitare la via seguita da Cristo. Anche in oriente lo sviluppo storico portò a una devota imitatio del Buddha, e questi divenne un modello da imitare: con ciò la sua idea perdette di forza, così come l’imitatio Christi fu foriera di una fatale stasi nell’evoluzione dell’idea cristiana.”
C. G. JUNG, Ricordi, Sogni , Riflessioni 
                                                                                                                                                                                    

 

“Se voglio comprendere veramente Cristo, devo capire che Cristo ha vissuto realmente solo la sua propria vita e non ha imitato nessuno. Non ha copiato alcun modello. Se perciò intendo davvero imitare Cristo, allora non imiterò né copierò proprio nessuno, ma andrò per la mia strada, senza più neppure definirmi cristiano. Dapprima ho voluto copiare Cristo, imitarlo, cercando di vivere la mia vita nel rispetto dei suoi comandamenti. Una voce in me si è però ribellata e ha voluto ricordarmi che anche questo mio tempo ha i suoi profeti, che si sono ribellati al giogo impostoci dal passato. Non sono riuscito a conciliare Cristo e il profeta di questo tempo. L’uno ci chiede di portare il giogo, l’altro di scuoterlo; l’uno impone rassegnazione, l’altro volontà. […] Decisi perciò di passare alla vita umile e ordinaria, alla mia propria vita, e di cominciare da quel punto, in basso, in cui effettivamente mi trovavo. Se il pensiero porta a ciò che è inconcepibile, allora è tempo di tornare alla vita semplice. Quello che non risolve il pensiero, lo risolve invece la vita, e quello che il fare non decide mai, è riservato al pensiero. Se da un lato sono asceso a mete molto elevate e impervie e voglio ottenere una redenzione che mi sollevi ancor più, la vera via non mi porterà verso l’alto, ma verso il basso, perché solo l’altro lato presente in me mi può portare oltre me stesso. Accettare l’Altro significa però discendere nel lato opposto, passare dal serio al ridicolo, dal triste al sereno, dal bello al brutto, dal puro all’impuro”
C.G. JUNG, Il libro rosso 

“Vivere se stessi significa essere un compito per se stessi. Non puoi mai dire che vivere per se stessi sia un piacere. Non sarà una gioia, ma una lunga sofferenza, perché devi farti creatore di te stesso.”
C. G. JUNG – Il libro rosso
“Se non l’avete ancora imparato dagli antichi libri sacri, andate, bevete il sangue e mangiate il corpo di colui che è stato deriso e martoriato a causa dei nostri peccati, così ne assumerete in pieno la natura”
C. G. Jung, Il Libro rosso

“Dovete essere lui stesso, non cristiani ma cristi, altrimenti non siete pronti per il Dio che verrà”.
C. G. Jung, Il Libro rosso
La Via del Cristo, per Jung, rappresenta la Trasformazione del Sé, significa Diventare Se Stessi.
Cristo ha indicato la strada da seguire, “la via di quel che ha da venire”.
Ma non da imitare, bensì ‘diventare’.
QUAL E’ LA MIA INCARNAZIONE? IN CHE MODO IO INCARNO ME STESSO-A? IN CHE MODO SONO COERENTE E CONGRUENTE? QUAL E’ LA MIA STRADA? IN CHE MODO DIVENTO ME STESSO-A?

 

Incarnarsi, incarnato: con l’uso riflessivo e del participio passato è usato quasi esclusivamente come riferito alla seconda Persona divina che si è unita alla natura umana facendosi uomo.

Incarnare: mutare in carne, prendere carne, assumere corpo umano, dare corpo e vita umana.
Con Dante: Rappresentare, esprimere vivamente, con evidenza e concretezza.
Con Petrarca:  trasformare in realtà, realizzare un progetto.
Con Ariosto: impersonare, un  personaggio un’ispirazione un’idea che si fanno concreti, che assumono realtà, vita.
Con Chiabrera: far penetrare nella carne.
( cfr. https://www.treccani.it/vocabolario/incarnare/  )

Mi sembrava una parola immensa: Incarnarsi. Ero piccola, il mio mondo comprendeva quella parola grande grande perché mi spiegavano che Dio si era fatto Uomo, si era Incarnato. Ascoltavo meravigliata. E apprendevo sulla fiducia. Ero anche molto aiutata dai presepi, a dire il vero. Ogni volta che lo facevamo a casa, pensavo di aver capito un po’ meglio. Piccola: quattro, cinque anni, e poi gli anni delle elementari. Tutto molto Serio, tutto molto Buono, tutto molto Vero: Dio si è fatto Uomo, Buon Natale, ora tocca a te.
Non ho mai né rifiutato né accantonato quella parola grande grande, che poi nel tempo si è fatta anche Grande Parola. La domanda rimaneva: cosa significa? E rimanevano le risposte: è un Mistero, il Mistero non si spiega.

A volte bisogna spostarsi di lato per vedere meglio, mettersi di sbieco, strizzare gli occhi. Oppure allontanarsi, prendere altre strade, avventurarsi in un esodo, emigrare. Porre le stesse domande ad altre fonti, bere ad altre sorgenti, leggere e ascoltare altre parole.
A volte, non sempre, non è necessario per tutti. A volte sì, a volte no.
Capita che sia un comico a dire le cose in un modo che ti è più chiaro, capita che sia uno psicanalista, un antropologo, un fisico; capita che sia un religioso; capita che sia un filo d’albero, un pezzetto di cielo, un silenzio.

Capita anche che sia qualcosa che cresce dentro di noi, un sorriso un’inquietudine, un ricordo, una speranza.

E’ la nostra storia, e solo la nostra storia personale che ci conduce. Storia personale non significa solo le nostre egocentrate cose, ma anche il mondo in cui viviamo e abbiamo vissuto, gli altri che abbiamo incontrato o sognato o perso.
La storia personale è un pezzo della storia del mondo, è un pezzo d’universo, è inclusiva altrimenti non potrebbe essere ciò che, ma è importante non affacciarci a guardare la storia personale del vicino pensando che sia la nostra o per rubarne qualche pezzo.

Nella nostra storia personale ci sono le nostre convinzioni, i nostri valori, le nostre esperienze, i nostri sapori, i nostri baci, il nostro eros, i nostri fioretti del mese di maggio, la foto della rosa che volevamo regalare a lui e non gli abbiamo mai più spedito per il motivo che solo noi sappiamo, il Natale che nostro padre trascorse con noi per non lasciarci soli, il trekking sull’Appennino, le lezioni di disegno, gli aquiloni fatti volare sulle cime delle colline …
Nella nostra storia personale c’è la nostra visione del mondo costruita da e in ogni attimo della nostra vita. E’ con quella che dobbiamo far conto. Che significa far conto con noi stessi e con il mondo.
E’ in questi ambiti che si depongono le parole Coerenza e Congruenza. E quella grande: Incarnare, Incarnarsi.
La Coerenza è l’azione fatta che agisce seguendo una linea di condotta dichiarata e/o pensata in precedenza.
La Congruenza è quella condizione, quello ‘stato’ in cui una persona agisce dal profondo in piena sintonia con ciò che pensa e dichiara; tutti i  livelli comunicativi sono ‘allineati’: fai una cosa con tutto-a stesso-a, credendoci fino in fondo, tutto in te stesso-a va nella direzione scelta.
Quindi: essere coerenti può anche voler significare di seguire una via, senza sbagliare, senza ripensamenti, ma potrebbe essere e rivelarsi la strada che non vogliamo, e se non siamo capaci di metterci in discussione questo potrebbe comportare rigidezza di comportamenti, di vedute, di idee; della vita stessa. Non è un’Incarnare, un Incarnar-sé, ma un’illusione, un’Ideologia.
Essere congruenti porta a una chiarezza così visibile dall’esterno da risultare a volte imbarazzante in chi ci guarda. Siamo più vicini a un’Incarnazione, è un Incarnar-sé in modo molto evidente. C’è da far attenzione che non  diventi una Prassi-Dottrina.
Essendo  capaci di essere-comportarci sia con Coerenza che con  Congruenza, siamo capaci di superare sia il rischio della rigidità dell’Ideologia sia il rischio della supremazia di una Prassi che può farsi a sua volta Dottrina.

Nelle parole di JIDDU KRISHNAMURTI è possibile intravedere con maggior chiarezza ciò che in altri termini viene detta ‘congruenza’.

“Non pensiamo di essere liberi perché facciamo delle scelte; la scelta esiste soltanto quando la mente è confusa. Quando  la mente è chiara la scelta non esiste. Quando voi vedete le cose con grande chiarezza, senza distorsioni, senza illusioni, allora la scelta non esiste. Una mente che non sceglie è una mente libera, ma una mente che sceglie, e quindi mette in atto una serie di conflitti e di contraddizioni, non è mai libera, perché è confusa in se stessa, divisa, frammentata.”
JIDDU KRISHNAMURTI

“La scelta c’è dove c’è confusione. Per la mente che vede con chiarezza non c’è necessità di scelta, c’è azione. Penso che molti problemi scaturiscano dal dire che siamo liberi di scegliere, che la scelta significa libertà. Al contrario io direi che la scelta significa una mente confusa, e perciò non libera.”
JIDDU KRISHNAMURTI

 

Ecco allora tornare nel mio Adventus le parole Incarnare, Incarnar-sé; e sarebbe impossibile che non lo fosse trattandosi di un periodo che precede (precede, non ‘è’) il Natale.
Impossibile per me, poiché è nella mia storia, e voglio che torni.  E non è nemmeno un ritorno, poiché sono parole-strade che mi accompagnano quotidianamente.
” Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?” recita una de “Le massime dei Padri” ( Pirké Avot ) del II sec a. C. e da cui primo Levi trasse il titolo del suo splendido romanzo, pubblicato da Einaudi nel 1982.

Ecco, allora.
Il tempo dell’Adventus non è il tempo dell”attesa della venuta’, ‘E’ ‘la venuta, è un continuo presente su una strada che  -certo- ha una direzione, la quale è raggiungibile grazie ai ‘passo dopo passo’ del presente dell’Avvento. E’ un continuo ininterrotto accadere, una gestazione che poiché è tale e solo poiché è tale permetterà una nascita. Un accadere regolato da Congruenza e Coerenza, da una ‘centratura’ che non ha bisogno di ‘scegliere’, bensì immediatamente ‘è’. Ed è Incarnazione, Incarnar-sé.

Ho condiviso in alcuni post precedenti qualcuno degli ‘ attimi presenti’ della mia vita, dei miei ‘Adventus’.

Dal buio in cui calarci nudi e totalmente affidati ad esso con la ‘vocazione a essere’ (Jung); con la forza dirompente delle “domande buone e delle risposte giuste -che sono l’Amore-” (Valerio Grutt);  con la consapevolezza raggiunta dall’esserci guardati interiormente e riconosciuti nei nostri processi interiori e relazionali con noi stessi e col mondo – e quindi capaci di vedere ‘anche’ il povero che è in noi (Jung); con l’anima dissodata e pronta ad accogliere il seme (Ungaretti); con la chiamata a Incarnar-sé e con la chiarezza dell’importanza della Congruenza e della Coerenza  del diventare ciò che siamo e per cui siamo, ci troviamo sulla Via che ci rende capaci di Incarnarci, di diventare noi stessi, di nascere e ri-nascere, di fare-essere-diventare Natale: noi insieme al Bambino che si pone ad ispirazione di un processo, di una struttura il cui contenuto è dato-costruito da noi stessi,  ognuno singolarmente, ognuno con la Nostra Irripetibile, Necessaria, Meravigliosa Vita-Incarnazione.

sculpture

freedom-by-zenos-frudakis

 

237. qual è la mappa del tuo Natale? 3) Adventus – Incarnare, Incarnar-sé o della Coerenza e della Congruenzaultima modifica: 2020-12-19T14:17:24+01:00da mara.alunni