262. quando ho voglia di uscire dalla semplificazione e anche quando

e anche quando ho voglia di ricordarmi della lingua italiana,
e di cosa si può fare con le sue parole, con le sue strutture

e anche quando ho voglia di ‘poesie’

c’è anche Lui, Nobel per la Letteratura nel 1975,
anche con i suoi ‘Ossi di Seppia’ editi nel 1925,
anche con la sua convinzione che nelle piccole cose si nascondono le grandi verità (negli ‘”Ossi di seppia” parla della ‘carrucola che cigola nel pozzo’, dei ‘cocci aguzzi di bottiglia’, dei ‘limoni’… )

 

CORNO INGLESE
Il vento che stasera suona attento
– ricorda un forte scuotere di lame –
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l’orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D’altri Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell’ora che lenta s’annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.
(E. Montale, CORNO INGLESE, in Ossi di seppia, MOVIMENTI, A. Mondadori Editore, Collana Lo Specchio 1977, p. 19)

 

Antico, sono ubriacato dalla voce
ch’esce dalle tue bocche quando si schiudono
come verdi campane e si ributtano
indietro e si disciolgono.
La casa delle mie estati lontane,
t’era accanto, lo sai,
là nel paese dove il sole cuoce
e annuvolano l’aria le zanzare.
Come allora oggi in tua presenza impietro,
mare, ma non più degno
mi credo del solenne ammonimento
del tuo respiro. Tu m’hai detto primo
che il piccino fermento
del mio cuore non era che un momento
del tuo; che mi era in fondo
la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso
e insieme fisso:
e svuotarmi così d’ogni lordura
come tu fai che sbatti sulle sponde
tra sugheri alghe asterie
le inutili macerie del tuo abisso.
(E. Montale, Antico, sono ubriacato dalla tua voce, in Ossi di seppia, MEDITERRANEO, A. Mondadori Editore, Collana Lo Specchio 1977, p. 74)

 

e in un giorno di fredda tramontana primaverile, accoccolarsi in silenzio e in disparte, tra parole rare e strutture articolate e originali; insomma, nella complessità; insomma, nella vita, in una delle sue forme più vaste molteplici ed eterogenee

 

(suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore)

(mi era in fondo
la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso
e insieme fisso)

 

https://www.nobelprize.org/prizes/literature/1975/montale/25109-eugenio-montale-nobel-lecture-1975/

 

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262. quando ho voglia di uscire dalla semplificazione e anche quandoultima modifica: 2021-03-21T16:34:33+01:00da mara.alunni