263. ricordi … cosa cantava quella ragazzina? il canto è profezia

PER TE
https://www.youtube.com/watch?v=5REy7qOTsn4

IL MIO APRILE
https://www.youtube.com/watch?v=AI_IvRe1W4g

RAGAZZO CHE SORRIDE
https://www.youtube.com/watch?v=3izdWYgMnRU

Un mangiadischi bicolore arancione e avorio.
Un giradischi dall’aspetto e dal funzionamento coraggioso e un po’ avventuroso, per i 33 giri di musica classica.
Un padre che ama Theodorakis.
Una figlia che ascolta il padre cantare e ama anche  lei Theodorakis, addirittura si commuove ascoltando quelle canzoni.
Il primo Theodorakis arriva con Irene Papas, poi con Al Bano e poi con Iva Zanicchi. Tutti ascoltati dal mangiadischi bicolore arancione e avorio.

https://www.youtube.com/watch?v=3jO_EeX4P60&t=13s

 

E quando mi chiedo “cosa cantavo da ragazzina?”, eccole affiorare le canzoni.
E’ facile. E’ come buttare un “amo” – presente del verbo amare 🙂 – in un mare pescoso, e le canzoni, come pesci argentati e fantastici, accorrono al richiamo del cuore, saltano fuori dalle acque per farsi vedere, e guizzano per un attimo prima di rituffarsi nel mare della musica.
E’ così che mi ritornano in mente le note che sono state la colonna sonora della ragazzina che ero.
Non mi importa se alcune non erano alla moda dei giovani. Sono state la mia musica. A volte insieme alla musica di mio padre. La nostra, quella che girava per casa, una casa umile, onesta, curata.
Anche i miei scolastici solfeggi sol-la-mi-do-re-mi-fa-sol-la. Anche i miei esercizi alla pianola pollice-medio-mignolo, indice-anulare, mano destra, mano sinistra. Anche le canzoni che, a orecchio, mio padre accorreva a suonare alla pianola quando non ne poteva più della ripetitività dei miei esercizi 🙂
E “quella sua maglietta finaaaaa”, e “amore bello come il cielo” cantate a squarciagola anche a scuola  con le amiche, e con le suore che ci dicevano ‘zitte ragazze, basta ragazze’ e noi invece andavamo per ‘montagne verdi”.
E il coro della parrocchia, ché quando iniziammo a cantare “dolce è sentire come nel mio cuore sta nascendo amore” non ci fu più modo di pensare alle funzioni religiose per cui il parroco la voleva destinata, ma ci trovammo tutti e tutte sulle nostre personali nuvolette d’innamoramenti.

 

Ma ci fu una prima volta intensa, inaspettata. La prima volta che ‘sentii’ una canzone, giù fino al centro del cuore.
Ero al mare, ospite di parenti. Una ragazzina di prima media, sola con zie e zii grandi, indaffarati; un mare molto ‘pratico’, fatto di spiaggia al mattino e passeggiate nel pomeriggio; sicuramente un mondo nuovo per me, ma vissuto con un senso di estraneità.
E poi un mattino. In spiaggia. Su una sdraio. Gli occhi chiusi per sentire meglio il sole. Un jukebox vicino.
Una canzone. Parole e musica che si mettono al posto del sole del sangue del mare. Al posto del giorno e della notte.
Luigi Tenco stava cantando “Lontano lontano”.
Mi sentii scendere lacrime che non credevo di avere.
A dodici anni.
Lacrime copiose, inarrestabili, impensate, imprevedibili.
E’ così che ho saputo cos’è una canzone, cosa può essere.

Lacrime. Da dove sgorgavano? Dove andavano? Avevo già vissuto altre vite? Avevo già vissuto la mia vita?
Non lo so.
Abbiamo luoghi dentro di noi che sono sorgenti, delta, grotte, boschi, cime di montagne e mari profondi, prati, piazze, giardini. Perché non dovremmo avere già dentro tutta la nostra vita, anche in tutte le possibilità che potranno essere o che avrebbero potuto essere?
Quelle lacrime, non avrebbero potuto essere un avvertimento per il futuro, arrivato dal cuore dove tutto potrebbe essere presente?
Lo sono state.
Ma non lo sapevo.

https://www.youtube.com/watch?v=KM-YsasxsLc

Quello che è bello, è che da ragazzina cantavo.
Quello che è bello, è che ora so che il canto è profezia.

MAPPAMONDO

263. ricordi … cosa cantava quella ragazzina? il canto è profeziaultima modifica: 2021-03-22T17:05:25+01:00da mara.alunni