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SALA 4 OPERA DOMUS L'ESSENZA


Mario Schifano | Cecilia De Paolis

Sala4. Nella narrativa della pagina precedente si rievocava la rigenerazione del tempo riferendo, con simboli e mitèmi, il desiderio di abolire quel tempo già trascorso e di instaurare un "tempo nuovo" con la sciarada dei segni delle cose per la lettera H, così somigliante ad una scala e nelle sue interpretazioni ai Saturnali Se dai suoi lati,  i segni del simbolo di una scala sono aperti, scalino dopo scalino, a dare spesso il senso di infinito nel procedere, ciò che accade per la lettera H fenicia, rappresentata da un recinto chiuso, è sorprendente.

Non solo l'ottava lettera dell'alfabeto rammenta otto,  il simbolo dell'infinito, indicato come un 8 rovesciato dalla  trasformazione della lettera latina M quel numero estremamente grande che in filosofia indica tutto ciò che non ha limiti; "il recinto chiuso, lo spazio della scena della cultura Veda, in cui instaurare un rito, andava delimitato, accuratamente spazzato da storie pregresse"

Liberare la condizione di Casa d'Artista di Carlo Marchetti nella sua nuova destinazione,  non abbisogna soltanto di un cambio d'uso e cioè la vendita del Casale in cui l'artista ha vissuto. Questi, riproponendo lo spazio come contenitore d' Arte con l'evento OPERA DOMUS 7 IDee+ celebra il saluto ad Essa con gli Artisti che vi hanno lasciato tracce, facendo scovare al contempo nel progetto , e come spesso nelle sue opere,  l'idea della metamorfosi, la circolarità all'interno dello spazio vita. E liberare l'idea.

[Come un esercizio  che riconduce al nostro stato primario e libera la mente da condizionamenti inutili. Consapevolezza. Funziona per gli artisti, funziona per tutti (Marina Abramovic)].

Allora la Scala è nomen. Farsi identico a quel  maṇḍala iscritto su di una pergamena, il Gohonzon, contenuto nel Butsudan più volte citato per descrivere il Casale, a realizzare la vera entità di tutti i fenomeni. Infine noumeno dal fondo dell'opera che stiamo osservando, e al di là dell'apparenza dell'abito scultura àéYakìtu di Cecilia de Paolis, uno scambio di figura. Tra la presenza assenza dell'artista Mario Schifano (1934 – 1998) con le opere in collezione Le Case, e la Palma Oasi, scultura/multiplo del 1980 presente nella Sala6, quella di Tiāmat, la dea babilonese del Caos, e del mare salato che si stilizza in transito, spirito, e mistero come dell'Arte che aleggia nella casa e del rinnovamento. L'abito non abitato, ma di cui è tangibile il movimento del corpo assente opera una catarsi sinestetica. È potente risonanza psicologica di un secondo percorso cognitivo: la visione della festa dell'aakītu mesapotamico. In onore della Dea principale portata dal suo tempio alla "casa di festa" in campagna per celebrare il nuovo anno.

Cosa accade ad una Casa d'artista quando completa il suo ciclo di Opera? Senza dubbio l'Uomo d'arte che vi ha operato avrà impresso al luogo un'anima vibrante, forse la stessa Tiāmat, come un amante per sempre amato.

 
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