Il potere del Due: coppie corporee ed artiste
Il potere del Due: dialogo Inter-Gender, coppie e partnership creative nella cultura italiana del XX secolo
Arte Povera: Arte della collaborazione
Anche se le donne lotteranno per andare oltre i ruoli subordinati a cui venivano relegate tradizionalmente, il vecchio paradigma della donna come musa e dell’artista come pigmalione, creatore ed educatore rimarrano potenti e pervasivi in Italia per tutto il XX secolo
La conferenza di Lucia Re, Professore Emerito presso il Dipartimento di italianistica, UCLA del 20 marzo 2021 ha esaminato i paradigmi, i modelli, le sfide e gli esiti positivi del dialogo inter-gender e dei sodalizi creativi in letteratura e nelle arti nell’Italia del XX secolo. Partendo dalla collaborazione teatrale tra Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, alla fine del secolo XIX, la conferenza ha proseguito con le coppie artistiche dell’epoca fascista per concludersi con artisti e scrittori del secondo dopoguerra. Anche se le donne lotteranno per andare oltre i ruoli subordinati a cui venivano relegate tradizionalmente, il vecchio paradigma della donna come musa e dell’artista come pigmalione, creatore ed educatore rimarrano potenti e pervasivi in Italia per tutto il XX secolo. Tuttavia, anche se operavano in gran parte all’interno di questi schemi maschili restrittivi, le scrittrici e le artiste trovarono modi per sfidarli e sovvertirli, a volte insieme agli uomini stessi. All’inizio degli anni ’70, femministe come la critica d’arte Carla Lonzi e l’artista visiva Carla Accardi promossero il separatismo come prerequisito necessario per stabilire l’autonomia creativa delle donne. Anche se con forme differenti, i dialoghi sulle differenze di genere e le collaborazioni tra le coppie di artisti hanno continuato a promuovere la creatività sia maschile che femminile in modi che devono ancora essere completamente esplorati e compresi, e che potrebbero richiedere un ripensamento delle definizioni convenzionali di produzione estetica.
Il ciclo che Magazzino Italian Art presenta s’interroga sulla possibilità di pensare in modo differente il movimento dell’Arte Povera, dominato da presenze maschili, esaminando quelle che furono le collaborazioni, i dialoghi e i sodalizi intimi e creativi con le figure femminili prossime ai protagonisti del movimento; il contributo delle donne all’Arte Povera e il valore della collaborazione nel processo artistico di quella comunità tradizionalmente fuori dall’etichetta del museo. Alcuni casi specifici tra cui il duo artistico Mario e Marisa Merz, alcuni scambi più informali come quelli tra Alighiero Boetti e Anne-Marie Sauzeau Boetti e l’amicizia di lunga data tra Luciano Fabro e la critica d’arte Carla Lonzi.
Va detto che quel tempo era curato da Obrist, Seeman, e anche Vergine, tanto per citare una curatrice che ha avuto la fortuna di incontrare e intervistare, sul limitare del tempo, alcune artiste del 900 (ndr). La corporeità, in qualche modo, resta il mezzo dell’operare anche dentro la stessa opera. I curatori citati divennero anche artisti allestendo. Oggi il movimento negato, i musei chiusi, la non corporeità e l’uso massivo di tecnologie cosiddette di arte virtuale si incontrano/scontrano con la realtà degli eco boomer eo dei millenials cresciuti a personal computer e videogiochi, ritenuti quest’ultimi ormai facenti parte della categoria arte e intrattenimento. E lo credo. C’è ancora molto da fare .”
Intanto il ciclo Magazzino Italian Art continua a fornire l’esperienza degli artisti corporei, e le coppie corporee, di fatto, artiste.
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Cover Boetti e Anne Marie Sauzeau – Boetti e il suo doppio digitale