Paolo Sorrentino, faccio fatica con gli estremismi

 

(di Elisabetta Stefanelli)

”Il film della mia vita? Otto e mezzo, ma non sono un cinefilo. C’è qualcosa che mi entusiasma più del calcio, del Napoli? No non c’è”. Parola di Paolo Sorrentino, il grande regista si lascia andare a Taobuk in una lunga conversazione con Federico Pontiggia, ‘Di bellezza, grande e ovunque’, smentendo la premessa: ””Non sono un gran parlatore e se fa molto caldo ancora meno”. Invece si racconta volentieri: ”Faccio fatica con gli estremismi, si può trovare una ragione nel mezzo, sono di centro. Politico? No no… forse con gli anni si”. E ancora: ”Io non voglio inseguire l’attualità, il mondo oggi passa il tempo la metà ad offendere la metà a scusarsi, reazioni elementari, emotive e questo rispetto al cinema non è di nessuna utilità”. Ora è inquieto? ”Andando avanti con il tempo si entra in uno stato di maggiore serenità, si è già vissuto molto, ci sono meno aspettative che possa accadere qualcosa. Da una parte più deprimente, da una parte ci si sente più sereni. Non ho mai chiesto tanto a me stesso. Cosa vorrei avere di più? Mi piacerebbe avere di più amor proprio, ne ho sempre avuto poco”.
    Ma si parte dal cinema, da Parthenope il suo ultimo film, che è stato presentato in concorso a Cannes e che uscirà nelle sale italiane il 24 ottobre distribuito da Piperfilm che ha pensato di farlo precedere da un programma di proiezioni speciali di mezzanotte dal 19 settembre. ”Vogliono fare delle proiezioni un mese prima dell’uscita, per gli insonni e per i ragazzi, entrambe categorie che mi stanno simpatiche. Io sono un insonne, mi sveglio presto la mattina e mi da la possibilità di lavorare.
    Contribuisce alla mia immaginazione? Non so nemmeno se ho un’immaginazione”, dice Sorrentino. ”I film sono quasi sempre autobiografici, almeno per me, a volte si camuffa bene nei personaggi, a volte meno. In Parthenope la stessa cosa, non solo quello che si è vissuto ma a volte ancora di più l’autobiografia di quello che vorresti. Questa è un’autobiografia immaginaria, forse ancora più potente”. Sul suo lavoro spiega: ”I registi di talento lavorano costantemente, anche io lavoro anche quando converso con un amico o con mia moglie. Significa che non mi trovo lì ma altrove, talento è costruirsi una realtà parallela rispetto a quella vera. Io penso soprattutto, vedo pochi film e leggo anche meno di un tempo. In un mese tre libri non di più adesso, trent’anni fa ne leggevo uno ogni tre giorni. Film ne vedo meno, spesso sono impegnato a fare film e se mentre sto girando ne vedo uno bello mi deprimo se ne vedo uno brutto mi esalto e penso che sto facendo un capolavoro. Meglio non andare al cinema mentre lavoro. Un film bello che ho visto? Anche se non recente, è Uncat gems, Diamanti grezzi”.
    ”Mi ha influenzato tantissimo il cinema americano anni Novanta, Tarantino, Jarmush, Lynch tutta la generazione che mi ha profondamente formato, Scorsese anche se più grande, io ero giovane ed era un periodo felice, anche Jane Campion”. Neorealismo? ”Ho delle lacune gravi, non è il tipo di approccio che ho io al racconto cinematografico, quando ho cominciato c’era una serie di registi che facevano il neorealismo ognuno cercava la sua strada. Non mi sono mai posto l’idea di non fare film neorealisti, mi sono lasciato influenzare da Fellini da Scorsese da Lynch. Non mi sono fatto influenzare da De Sica anche se era oggettivamente bravo. Più bravo di Fellini? No, forse no”. E ancora: ”Non penso che il cinema sia un luogo di competizione, anche se ci sono i festival, non mi sento migliore di altri, faccio quello che mi piace fare. Spesso inventano delle rivalità ma io non sono competitivo, mi trovo molto più a mio agio a perdere. La grande bellezza che ha vinto tanto sapevo che non sarebbe stato un grande stimolo per i film successivi, molti si impantanano”. Cancel culture? ”Se parlassi di questa cosa dovrei lamentarmi ma io non mi voglio lamentare, in un paese di lamentosi non voglio appartenere a questa compagnia di giro. So che dico le parolacce e accetto cha a qualcuno dia fastidio. Non voglio fare lamentale perchè significa diventare retorici e per me ecco, la retorica non nè bella”. ”Il sesso? Non ho mai fatto scene di sesso, forse una o due, non mi ha mai interessato il sesso al cinema ma mi intere
   

Paolo Sorrentino, faccio fatica con gli estremismiultima modifica: 2024-06-22T20:40:05+02:00da newsconulana

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