Il comparto della mozzarella di bufala campana Dop è in crescita, ma paga la congiuntura difficile dell’ultimo anno. È il quadro che emerge alla presentazione del primo osservatorio economico sulla filiera, realizzato dal Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop in collaborazione con Unicredit e Nomisma. La mozzarella di bufala campana risulta il formaggio dop con la più alta crescita di produzione nel periodo 2016-2022, con un aumento del 26% contro una media del 10% dei formaggi certificati dop. Positivi anche i dati dell’export, con un aumento del volume del 9% nell’ultimo anni rispetto al 2021, che contribuisce a portare il fatturato alla produzione della filiera a 530 milioni.
Note positive che, però, si scontrano con una crescente preoccupazione sulla tenuta del comparto, come ha sottolineato il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo. “L’attuale congiuntura mette a rischio il comparto, con il peso dell’aumento dei costi energetici per la produzione che ha ridotto in maniera pesante la redditività di molte aziende.
L’alta inflazione, che per formaggi e latticini è sul 17%, ha assottigliato pericolosamente la redditività nonostante gli ottimi dati di produzione”, ha detto Raimondo a margine della presentazione dell’osservatorio economico sulla filiera.
“Come governo dobbiamo proteggere la qualità dei prodotti italiani, nonostante le spinte a delocalizzare. Attraverso il monitoraggio delle filiere si aggiunge un valore ancor maggiore, si garantisce ancor di più il consumatore, che cerca un cibo buono e lo trova nella produzione italiana”, ha affermato Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.
“Le imprese del comparto nostrano mostrano una buona tenuta nonostante il periodo complesso come quello attuale, ma per rafforzarne la competitività è importante pensare a nuovi modelli imprenditoriali costruiti su strategie di medio e lungo periodo”, ha concluso Annalisa Areni, head of client strategies Unicredit. .