Il progetto vede la cooperazione di Gal Barigadu-Guilcer, Gal Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi, Gal Quattro Parchi Lecco-Brianza, Agenzia Lane d'Italia e CNR IBE (Istituto per la Bioeconomia, Consiglio Nazionale delle Ricerche). In Italia la lana di 8 milioni di pecore, allevate più per fini caseari e produzione di carne che di tessitura, è - è stato sottolineato - pressoché inutilizzata. Gli allevatori non sanno come utilizzare la lana sporca, appena tosata e che deve ancora essere sottoposta a lavaggio, a causa della mancanza di centri di lavaggio di piccoli e medi quantitativi. Alcuni provano a conservarla, mentre altri sono costretti a smaltirla e a pagare per farlo. Il motivo? La normativa considera la lana sporca come un rifiuto speciale e, senza la disponibilità di un impianto di lavaggio, il teorico circuito virtuoso della gestione lana è interrotto.
L'obiettivo condiviso dai partner del progetto è quello di ridare vita alla lana per sostenere i territori e chi se ne prende cura, in primis i pastori. .