"Proprio la Germania rappresenta il primo mercato di sbocco per l'ortofrutta Made in Italy - sottolinea Coldiretti - con circa un quarto del totale esportato, grazie anche a un aumento del 7% degli acquisti. Il secondo mercato di riferimento è la Francia, dove si registra però un arretramento del 2%, mentre al terzo posto c'è la Gran Bretagna che al contrario vede un incremento dell'export del 15%, nonostante le difficoltà commerciali legate alla Brexit. Al quarto posto si piazza la vicina Austria, dove le vendite crescono dell'8%, subito davanti agli Stati Uniti che sono il primo mercato extra Ue grazie a un incremento record del 20%".
Sul totale delle esportazioni gli ortaggi freschi valgono oltre 1,8 miliardi che salgono a 5,3 miliardi di euro se si considera anche il trasformato che con salse e concentrati di pomodoro pesa per quasi la metà del totale. La pummarola Made in Italy, sottolinea la confederazione, ha messo a segno nel 2022 un incremento record del 27% a riprova del successo dei prodotti della Dieta Mediterranea all'estero.
Tuttavia, secondo l'analisi Coldiretti su dati Crea, la guerra in Ucraina e i rincari energetici spingono i costi correnti per la produzione di frutta e verdura italiane, che arrivano a raddoppiare (fino a +119%) con un impatto traumatico sulle aziende agricole. "L'impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell'attività aziendale", rileva Coldiretti, concludendo che a pesare è anche la concorrenza sleale delle produzioni straniere, le barriere e le tensioni internazionali sul commercio. .