A farne le spese, in particolare il segmento entry level, che sul pari periodo segna una contrazione dello share dal 19% al 6%. "Stiamo assistendo - ha detto il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi - a un'evoluzione positiva del posizionamento del nostro prodotto, in linea con quanto sta avvenendo con altri settori del made in Italy.
L'Italia del lusso vince nel mondo - ha aggiunto -, per esempio con il sistema italiano della moda, la Ferrari, il design, l'agroalimentare. E, non da ultimo, il mondo del vino ha affinato il proprio fascino internazionale anche oltre i territori tradizionalmente conosciuti, perché oggi è l'Italianità, più della tradizione, a vincere sui mercati".
Secondo l'analisi Uiv, per la prima volta nella storia lo scorso anno le esportazioni dei prodotti fermi premium e super-premium (da 6 euro in su) hanno superato quelli in fascia entry-level e popular. Nel 2022, infatti, i primi occupano una quota di mercato al 52% (a 2,5 miliardi di euro), contro il 48% dei prodotti di minor valore. Diverso, secondo l'Osservatorio, il discorso sugli spumanti, dove il dominio del Prosecco in fascia popular - un caso di scuola su scala globale che ha ritracciato l'approccio al consumo extra-pasto anche tra i giovani - ha lasciato poco spazio ai segmenti premium. .