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Crea,via della Seta europea diventa 4.0 per rilancio filiera


- ROMA, 06 MAR - Ripercorrere l'Europa seguendo la Via della seta 4.0, una rete tra società, imprese e ricerca per rilanciare la filiera italiana in particolare, un'eccellenza assoluta. Un itinerario culturale e turistico che si snoda dai Balcani alla penisola iberica, certificato dal Consiglio d'Europa e che coinvolge imprese di settori differenti (agricoltura, moda, design, turismo, ecc), ricerca, istituzioni, scuola e società civile. Si chiama Aracne, 'Advocating the role of silk art and cultural heritage at national and european scale, il progetto coordinato dal Crea con il suo centro di Agricoltura e Ambiente, che muove oggi a Padova i primi passi alla presenza, tra gli altri, del presidente della IX Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo.

Il progetto triennale, vincitori del Programma Horizon Europe ed ive Society, punta a rilanciare in Italia e in Europa la filiera della seta. Creare quindi un'identità culturale, attraverso la realizzazione di una rete multiattoriale (mondo produttivo, università e ricerca, istituzioni, scuola e società civile), che valorizzi sul territorio un passato plurisecolare di grande tradizione e un presente all'insegna dell'innovazione, della produzione sostenibile, della moda e del turismo. Si partirà, infatti, da un inventario del patrimonio della sericoltura sotto forma di" mappa virtuale", realizzato con studi e ricerche condotti "sul campo" da storici e ricercatori; informazioni, quindi, non solo scientifiche ma anche approfondimenti storici e artistici, consultabili dal sito web di progetto. Un solo click, per scoprire ad esempio l'albero di gelso sotto il quale Napoleone si fermò a riposare o l'esposizione del Museo degli strumenti scientifici della bachicoltura. Un patrimonio di conoscenze a disposizione non solo a scopo turistico, ma anche per classificare e censire tutte le diverse cultivar di gelso e razze di baco da seta, rintracciabili nei territori coinvolti (Italia, Spagna, Francia, Slovenia, Grecia, Bulgaria). Piante e bachi, una volta riprodotti e selezionati, verranno poi resi disponibili per gli allevatori europei, per produrre seta a Km0 e sottoprodotti come fibra, cellulosa, farmaci, more, mangimi e integratori.

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