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Produttore film su naufragi migranti, 'in Italia è un tabù'


- NAPOLI, 06 MAR - ''Gli orrori di Cutro e degli altri naufragi che avvengono da anni nel Mediterraneo sono raccontati già nel film Caina. Una pellicola che cinque anni fa ha riscosso successi in diversi festival in giro per il mondo, è stata in lizza per rappresentare l'Italia agli Oscar 2018, ma poi è stata boicottata e osteggiata. Perché da anni, in Italia, parlare in maniera realistica di ciò che accade sulle nostre coste è un vero e proprio tabù''. A dirlo è Salvatore Suarato che, con la sua casa cinematografica Movieland di Castellammare di Stabia (Napoli), ha realizzato il film Caina, diretto da Stefano Amatucci.
    "Il film ha riscosso un importante successo internazionale di critica e pubblico ovunque: Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Spagna, Australia, Argentina, Uruguay, Estonia, Portogallo.
    Festival di tutto il mondo hanno apprezzato la pellicola, la sua triste storia, che è la storia dei tanti naufragi che avvengono lungo le coste italiane. Però, in Italia - è il rammarico dell'imprenditore - il film Caina è stato boicottato al cinema, ignorato dalle tv, praticamente non è mai stato distribuito, nonostante nel 2018 sia stato inserito tra i 21 titoli per rappresentare l'Italia agli Oscar. Caina ha pagato il tema di forte denuncia di quegli orrori, raccontati in maniera cruda e realistica".
    La distribuzione (gratuita) della pellicola è ripartita negli ultimi mesi: "Ho deciso di donare il film per fini educativi e culturali - spiega Salvatore Suarato - ma anche nelle scuole ci sono state difficoltà, maggior successo ha riscosso in alcuni progetti per il reinserimento dei detenuti''.
    Caina è una ''sconvolgente favola nera'' che racconta gli orrori legati all'immigrazione clandestina e di chi non sopravvive ai viaggi della speranza a bordo dei barconi. La trama del film è liberamente ispirata dall'omonimo romanzo di Davide Morganti (edizione Fandango Libri). La protagonista trascorre le sue notti in spiaggia, dove fa un mestiere particolare, la "trovacadaveri": il suo compito è quello di raccogliere i corpi annegati dei migranti che dall'Africa cercano di arrivare in Italia e che il mare riversa sulla riva.
    I cadaveri vengono poi sciolti nel cemento in un centro di smaltimento statale. .