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"Raffaello e l'antico nella Villa di Agostino Chigi"


- ROMA, 06 APR - Villa Farnesina a Roma presenta la mostra "Raffaello e l'antico nella Villa di Agostino Chigi", in programma dal 6 aprile - ricorrenza della nascita e della morte del grande artista del Rinascimento - al 2 luglio.
    L'esposizione, curata da Alessandro Zuccari e Costanza Barbieri, chiude le celebrazioni del "Trittico dell'Ingegno Italiano", progettate dall'Accademia Nazionale dei Lincei e dedicate a Leonardo e poi a Dante, in occasione degli anniversari per i centenari dei tre geniali artisti, interrotti durante la pandemia.
    La mostra a Villa Farnesina mette in luce l'ideale di bellezza classica di Raffaello nel secondo decennio del Cinquecento e sottolinea l'influenza che l'importante collezione di statue, sarcofagi, cammei, rilievi, libri e monete antiche del mecenate Agostino Chigi ha avuto sull'artista di Urbino.
    «La mostra presenta al pubblico i risultati delle ricerche sui documenti dei Fondi Chingiani della Biblioteca Apostolica Vaticana - ha commentato il curatore Alessandro Zuccari - e ricostruisce il contesto culturale dell'attività di Raffaello nella Villa, dove l'artista traeva ispirazione. Le statue della Psiche alata Capitolina, del Pan e Dafni di palazzo Altemps, dell'Arrotino degli Uffizi, presenti nella Villa, influenzarono profondamente l'immaginario di Raffaello». Questo interesse per il classicismo, che tra l'altro unisce i tre grandi artisti celebrati - Leonardo, Dante e Raffaello - è stato finora poco studiato, ma con la mostra si analizza la volontà del pittore di Urbino di rivitalizzare l'antico; dopo secoli si è anche scoperto l'uso del "blu egizio" da parte di Raffaello proprio per dipingere un soggetto che appartiene all'antichità.
    Per la mostra è stato ripristinato l'originario accesso della Villa dalla Loggia di Amore e Psiche e sono state inserite nel percorso espositivo due installazioni di artisti contemporanei che dialogano con il passato. La prima è "Atmosfere di scuderia", opera di Stefano Conticelli, e la seconda è "Connection" dell'artista Nives Widauer. .