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Dal governo sì ai russi neutrali', l'Italia ha scelto


L'Italia si allinea alle indicazioni del Comitato olimpico internazionale sulla partecipazione degli atleti di Russia e Bielorussia agli eventi sportivi internazionali. Mentre sta entrando nel vivo una stagione colma di appuntamenti, anche in preparazione di Parigi 2024, il governo ha fatto le sue valutazioni e ha deciso appunto di sottoscrivere - ha annunciato il presidente del Coni, Giovanni Malagò - "tutte le prescrizioni del Cio per consentire a russi e bielorussi di partecipare in veste neutrale alle competizioni, anche sul territorio italiano".

A portare avanti il tema in sede politica con la premier, Giorgia Meloni, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stato il responsabile del dicastero per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, favorevole all'approccio scelto dal Cio e forte anche del parere espresso in recenti incontri dallo stesso Malagò e dal presidente di Federscherma, Paolo Azzi, in vista dei Mondiali di scherma in programma a Milano il prossimo luglio. Il Comitato olimpico internazionale ha raccomandato alle federazioni la presenza neutrale degli atleti russi e bielorussi: senza bandiera, né divisa, né inno, mentre è vietata la partecipazione degli sport di squadra, agli appartenenti a gruppi sportivi legati alle forze armate e non sarà possibile effettuare dichiarazioni a supporto della guerra.

Restrizioni importanti che però non bastano all'Ucraina, la quale chiede il veto totale, con l'appoggio di vari altri Paesi e federazioni, pronti anche al boicottaggio dei Giochi olimpici. L'Italia crede nella strada indicata dal Cio, che cerca di scongiurare lo spettro di Olimpiadi monche. Visto anche il peso dello sport tricolore a livello internazionale, è una scelta che avrà delle ricadute.

Malagò ha sottolineato che "le restrizioni e gli obblighi a cui sono stati sottoposti ha molto contrariato russi e bielorussi, tanto che su 39 atleti iscritti per i Mondiali di scherma, ne potranno partecipare undici, peraltro non al top dei ranking. Non si capisce perchè - ha concluso il presidente del Coni -, se il tennista Medvedev può vincere a Roma ed essere applaudito dal pubblico oltre che dai ministri presenti, questa cosa non possa valere per gli altri sport".