"Per avere dati più precisi bisognerà ancora attendere - precisa il presidente - ma parlare di bassa qualità significa fare disinformazione, dal momento che il prodotto italiano, per oltre il 60% concentrato nella Puglia e in particolare nel barese, è per la gran parte ancora sugli alberi". Battista spiega che "il maltempo può incidere sulla quantità ma non sulla qualità che dovrebbe mantenersi su livelli elevati, visto anche il favorevole andamento meteorologico che almeno fino a marzo ha permesso una buona fioritura".
L'Italia, ricorda la Copagri, è ai primi posti a livello comunitario e mondiale in termini di superficie coltivata a ciliegio dolce, con circa 30 mila ettari, si anni e una produzione che nell'ultimo decennio si è collocata sempre tra le 100 mila e le 140 mila tonnellate annue. "Il futuro del settore, come numerosi altri comparti del primario - conclude il presidente - passa necessariamente da un sempre maggiore impegno sul versante dell'aggregazione, sia in termini di produzione che di offerta, e da un investimento sulla ricerca e sull'innovazione applicate, come anche sarà fondamentale ragionare sull'origine del prodotto in vendita". .