– ROMA, 16 GIU – Il rinvenimento del blu egizio nella Galatea di Raffaello, la nuova attenzione sulla Gioconda delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica, lo studio sulle “biblioteche” di Leonardo da Vinci e di Dante, le indagini volte a ricostruire gli inesplorati percorsi creativi del Poeta non solo attraverso le sue letture ma anche con attraverso la lente di quella che è stata la rappresentazione artistica del suo tempo. Come per magia, la celebrazione per i tre centenari, tra il 2019 e il 2021, dei tre geni italici Leonardo, Raffaello e Dante ha portato a risultati e scoperte frutto di un percorso, interdisciplinare, dagli esiti sorprendenti.
Ora il gran numero di mostre, documenti e scoperte fatte per celebrare il cosiddetto Trittico dell’Ingegno italiano, sono stati presentati e donati dall’Accademia dei Lincei alla Biblioteca del Senato. Il percorso iniziato per celebrare i il trittico di centenari ha infatti coinvolto studiosi e accademici di discipline umanistiche e scientifiche in un progetto che guarda gli specialisti ma anche il grande pubblico, grazie ad un lavoro interdisciplinare che caratterizza l’istituzione e la distingue dalle altre grandi Accademia europee. E’ accaduto con Raffaello: l’intento celebrativo del centenario ha apportato nuovi dati e scoperte, come nel caso del blu egizio usato da Raffaello nel dipingere la Galatea per professare il suo amore per l’antico e l’ispirazione a quel mondo, testimoniato anche dalla mostra ancora in corso a Villa Farnesina. Quel rapporto con l’Antico, che dà il nome alla mostra nella Villa che fu concepita dal suo edificatore, il grande banchiere papale Agostino Chigi, come scrigno aperto a tutti gli artisti e gli intellettuali contemporanei: un particolare che sottolinea sul piano simbolico il senso complessivo del Trittico e le finalità del progetto proposto dall’Accademia dei Lincei. La Villa Farnesina è infatti il luogo di celebrazione della Classicità: Umanesimo e Rinascimento fiorentino, attraverso la mediazione dei Chigi, umanesimo e Rinascimento romano, nel primo Cinquecento, attraverso la corte papale e la presenza dei più grandi artisti italiani, da Leonardo a Raffaello ai loro allievi. La mostra avrebbe dovuto precedere quella dantesca, ma la sua collocazione conclusiva sembra chiudere il cerchio di un percorso iniziato nel 2019 con Leonardo. .
Il blu di Raffaello, Leonardo e Dante, centenari e riscoperte
Il blu di Raffaello, Leonardo e Dante, centenari e riscoperteultima modifica: 2023-06-16T11:30:49+02:00da