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Ravenna Festival dedica mostra al fotografo Roberto Masotti


- RAVENNA, 20 GIU - Era un lavoro paziente e meticoloso quello di Roberto Masotti, un lavoro che cominciava prima degli scatti, con l'interesse per la musica, specie quella di ricerca e sperimentazione. Al "fotografo della musica" scomparso l'anno scorso Ravenna Festival dedica la mostra 'You Tourned the Tables on Me', curata dalla compagna di vita e scatti Silvia Lelli. A seguito dell'alluvione che ha colpito Lugo, la mostra originariamente prevista alle Pescherie della Rocca è stata riprogrammata al Museo Nazionale di Ravenna, grazie alla collaborazione della Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna.
    Dal 22 giugno al 30 settembre la Manica Lunga del Museo accoglie 115 ritratti di musicisti contemporanei 'con tavolino': tra il 1974 e il 1981 un vecchio e malconcio oggetto di arredo, acquistato in un campo rom alla periferia di Milano, divenne infatti co-protagonista di un percorso fotografico che solo uno spirito visionario, tenace e ironico come quello di Masotti poteva concepire con la complicità dei suoi soggetti: da Juan Hidalgo a Philip Glass, da Luciano Berio a John Cage, da Michael Nyman a Steve Lacy, Demetrio Stratos, Brian Eno. Alle 18 di mercoledì 21 giugno, in occasione della Festa della musica, è in programma il vernissage; alle 19 Luca Maria Baldini presenta il progetto 'We still have hands', un omaggio a Meredith Monk, il cui ritratto è in esposizione, e alla sua Dolmen Music, composizione sperimentale e visionaria su cui Baldini, al live electronics, attua microvariazioni che rievocano simbolicamente la logica dell'innesto.
    "È certamente sbagliato scrivere 'tourned' in luogo di 'turned', come faccio nel titolo - scriveva Roberto Masotti per la prefazione del libro fotografico 'You Tourned the Tables on Me' - Attribuisco questo 'consapevole' errore alla forma rotonda ('round') del tavolino, ma potrebbe anche riferirsi al viaggiare ('tour'). Questo progetto, da me perseguito con ostinazione per otto anni, ha fatto sì che l'oggetto attraversasse diversi paesi europei, ripetutamente. Ero spinto sì da un istinto evidentemente irrazionale (si pensi al disagio), quanto irresistibilmente attratto dalla 'nuova musica'". .