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Lotta all'antisemitismo, ecco il protocollo con Coni e Figc


Superare l'indifferenza, che porta alla violenza, non con le parole ma con le proposte e l'azione.
La sollecitazione della senatrice Liliana Segre per combattere l'antisemitismo è stata raccolta dalla istituzioni governative e sportive italiane, che martedì prossimo presenteranno un decalogo contro tutte le discriminazioni razziali nel calcio. L' nnuncio della presentazione del documento è stato dato dal ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, al convegno l'Antisemitismo nello sport, organizzato dal Coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo, Giuseppe Pecoraro, cui erano presenti, tra gli altri, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il vice capo della polizia, Vittorio Rizzi, l'ambasciatore di Israele, Alon Bar, la presidente dell'Ucei, Noemi Di Segni. "Posso annunciare che il protocollo verrà firmato martedì mattina - ha dichiarato Abodi - dato che tutti siamo qui non solo per incontrarci, ma per agire. L'impegno è quello di operare per non assistere più a certi episodi, nello sport e fuori, e di separare nettamente e definitivamente i tifosi e gli appassionati da quelli che sono solo delinquenti". Il decalogo, tra l'altro, prevede l'interruzione del gioco in caso di espressioni antisemite o razziste, di eliminare dalle numerazioni delle maglie il numero 88, simbolo in ambienti della espressione 'Heil Hitler', di condurre i responsabili di certi comportamenti al Memoriale della Shoah al binario 21 della stazione centrale di Milano.
"Il primo obiettivo è intervenire sul contrasto dell'antisemitismo, perché è un odio trasversale a tutte e quattro le matrici che hanno un odio etnico cognitivo: popolazione semita, etnia o razza, religione e nazione - ha spiegato il vice capo della polizia - e il protocollo prevede azioni culturali e di intervento operativo". "Su questo fronte - ha sottolineato il ministro Piantedosi - ci basiamo sul lavoro dell'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, ma il Ministero, ad esempio, ha aperto in vari territori le Palestre della legalità, che danno una diversa rappresentazione dello sport. Ma una prevenzione e un contrasto efficaci - ha concluso - non possono prescindere da una collaborazione internazionale e interistituzionale, che sono portate avanti da occasioni come questa".
Lo ha confermato l'ambasciatore Bar, constatando che "se lo sport può aiutare a superare le barriere e contrastare l'odio, purtroppo tanti atti antisemiti e razzisti si svolgono nelle partite di calcio, auspico quindi che le squadre e i club facciamo alcuni passi, attuando campagne a livello nazionale o adottando impegni contro l'antisemitismo e la discriminazione in tutte le sue espressioni". Per la presidente dell'Ucei, Di Segni, "servono le giornate di responsabilità e concretezza come queste, ma suggerirei poi di rivedere la concezione di categoria e responsabilità dei minori, in un mondo che sta cambiando e anche di rivedere il sistema sanzionatorio. E questo non perchè ci deve essere attenzione o pietà verso gli ebrei, ma per ogni cittadino, per ognuno di noi". "Non mi aspettavo dei contributi così intensi, che hanno portato non condanne ma proposte", ha sottolineato Pecoraro.
"Fa parte del lavoro che stiamo facendo, uno sforzo notevole, perchè non si ripeta quanto avvenuto 85 anni fa e quanto ancora avviene. Occorre, appunto, non essere più indifferenti". In chiusura, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che ha sollecitato a "bandire per sempre i responsabili di atti di razzismo e antisemitismo dagli stadi, dove in cosiddette zone franche vale la legge del presunto tifoso. Io invece sono un sostenitore della legge inglese, dove gli stadi sono sacri e ci sono anche delle celle".