La protesta, che risale all'inizio di maggio, aveva come obiettivo tenere alta l'attenzione su una vertenza, quella relativa all'emergenza brucellosi, che da oltre un anno vede contrapposti i titolari di allevamenti di bufale e la Regione Campania per il piano di eradicazione di brucellosi e tbc bufaline, varato nel marzo 2022. Un piano ritenuto negativo per il comparto, in quanto non contemplerebbe - a detta degli allevatori - un cambio di passo nella gestione dell'emergenza sanitaria, ovvero il superamento della politica di abbattimenti dei capi per sospetta brucellosi, che ha portato in oltre 10 anni all'abbattimento di oltre 140mila bufale, di cui solo l'1,4% risultato effettivamente malato da analisi post mortem.
Il presidio venne rimosso il 24 maggio, due giorni dopo il summit al Ministero della Salute convocato dal sottosegretario Marcello Gemmato il cui esito fu giudicato "positivo" dagli allevatori. All'incontro presero parte i parlamentari di tutti gli schieramenti, numerose sindacati e associazioni di categoria degli allevatori, con l'eccezione delle quattro che siedono al tavolo verde della Regione Campania (Confagricoltura, Copagri, Cia e Coldiretti).
Negli ultimi giorni però si è registrata una "fronda interna" a Confagricoltura e Copagri, con le sezioni casertane delle due associazioni che hanno manifestato dissenso rispetto ai vertici regionali che siedono al tavolo con la Regione, tanto che la sezione casertana di Confagricoltura è stata commissariata.
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