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Dall'industria una sostanza dannosa al secondo, appello dei medici all'Ue


Ogni 1,4 secondi l'industria a livello mondiale sviluppa una nuova sostanza potenzialmente dannosa, mille sono quelle introdotte sul mercato ogni anno. Un quadro allarmante secondo gli esperti della Società italiana di endocrinologia (Sie) che, dal congresso in corso a Roma e di concerto con la European Society of Endocrinology ed altre Società scientifiche italiane ed internazionali, lancia un appello alla Commissione europea: "E' necessaria subito una revisione del regolamento per allungare la lista delle sostanze bandite e prevenire danni alle generazioni attuali e future", affermano Annamaria Colao, presidente della Sie, e Gianluca Aimaretti, presidente eletto Sie.

La Sie e le altre società scientifiche hanno dunque presentato una petizione alla presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen per chiedere l'immediata revisione del regolamento europeo Reach n.1907/2006, concernente appunto la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche. Stando alle stime Eurostat, infatti, ogni secondo e mezzo l'industria sviluppa un nuovo composto chimico e ogni anno vengono liberate nell'ambiente oltre mille sostanze potenzialmente pericolose. Oltre 300.000 tonnellate prodotte ogni anno, 200.000 composti differenti, fino a 12.000 molecole dannose per la salute e l'ambiente. L'Europa è cioè sommersa da prodotti chimici che, affermano gli specialisti, "si trovano in moltissimi prodotti di largo utilizzo e che sono spesso interferenti endocrini, ovvero alterano gli equilibri ormonali, con effetti potenzialmente drammatici sulla salute di adulti e bambini come malformazioni congenite, disturbi dello sviluppo neurologico o della riproduzione, tumori, diabete e obesità".

Gli esperti sollecitano anche un maggiore impegno nella ricerca scientifica, perché è indispensabile definire meglio soglie di sicurezza e conseguenze dei cocktail di sostanze a cui siamo esposti, che possono avere effetti negativi specialmente in gravidanza: un ampio studio finanziato dall'Ue ha dimostrato che l'esposizione a un mix di interferenti endocrini può aumentare fino al 54% la probabilità di ritardi del linguaggio nel bambino. È quindi "necessario rivedere e ampliare quanto prima la lista delle sostanze da vietare nei prodotti di largo utilizzo, per tutelare la salute dei cittadini", è il monito degli endocrinologi.