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'Trasferire il processo sui conti della Juve a Milano'


Il processo Juventus va celebrato a Milano. E' il parere della procura generale della Cassazione sulla questione di competenza territoriale sollevata dal tribunale di Torino su richiesta delle difese. Il documento, depositato un po' a sorpresa tre giorni fa, porta le firme del numero uno dell'ufficio, Luigi Salvato (per rango il secondo magistrato della Repubblica nonché il 'primo pm' d'Italia), del sostituto Luigi Cuomo e dell'avvocato generale Piero Gaeta. L'udienza di discussione davanti alla Suprema Corte è in programma il 6 settembre. Tutto può succedere ma la richiesta che la procura generale rivolge agli Ermellini è netta: giocare la partita a Milano. Se sarà accolta, le 12mila pagine di atti processuali saranno impacchettate e spedite nel capoluogo lombardo, dove i pubblici ministeri potranno procedere a una nuova richiesta di rinvio a giudizio. Il caso è quello delle plusvalenze artificiali e della manovra stipendi. Le difese di Andrea Agnelli e degli altri ex dirigenti bianconeri hanno sempre sostenuto che, essendo il reato più grave, quello di 'manipolazione del mercato', il tribunale competente non può essere quello di Torino perché è a Milano che si trova Borsa Italiana ed è a Milano che vengono irradiati i comunicati per gli operatori del settore (in subordine era stata proposta Roma). La procura generale, però, considera decisivo un argomento che molti degli avvocati non avevano individuato: il criptaggio dei dati. L'accusa di "manipolazione", o aggiotaggio, riguarda una nota (con informazioni non corrette secondo i pm di Torino) diffusa dalla Juventus il 20 settembre 2019. Nel momento in cui la società bianconera ha inserito il documento nel sistema operativo le informazioni sono state mascherate da un algoritmo crittografico e lo sono rimaste fino al loro arrivo nel server di storage, a Roma. Nessuno avrebbe potuto consultarle o modificarle. Questo - è il ragionamento della procura generale - esclude la competenza territoriale di Torino, perché l'aggiottaggio è un reato di pericolo che si realizza quando una notizia entra concretamente nella disponibilità degli utenti. Qui ci volle ancora all'incirca un secondo di latenza (tra le 18:49,12' e le 18:49,13') prima che la comunicazione fosse visibile sulla piattaforma www.1info.it "diventando così accessibile a una cerchia indeterminata di soggetti e quindi assumendo quella connotazione di pericolo per gli investitori". E il punto di arrivo del flusso dei dati è a Milano.