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Garrett col 'Guarneri' strega il pubblico al Festival di Nervi


Platea stracolma ieri sera ai Parchi di Nervi, come non si era ancora vista. Tutto esaurito per il divo David Garrett che si è presentato in trio (Franck van de Heijden, chitarra e Rogier van Wegberg, basso elettrico) nell'ambito del suo Iconic Tour. Pubblico in visibilio, applausi calorosi. Successo netto da parte della platea, conquistata dalla verve comunicativa di un artista che sa come trascinare i suoi fans con i quali intrattiene anche un dialogo dal palco rispondendo a domande preventivamente annotate su foglietti.
    Tecnicamente irreprensibile, violinista di solida scuola, Garrett da sempre si divide fra classico, pop e rock, mostrando una straordinaria capacità nel passare da un genere all'altro.
    La prima volta che si è esibito al Carlo Felice, nel 2014, eseguì il Concerto di Brahms nell'ambito della stagione sinfonica. Poi, nel 2022 si è presentato con una band e ha elettrizzato gli spettatori con arrangiamenti rock e pop di indubbio fascino. Il progetto di quest'anno è alquanto differente. Garrett (che suonava per l'occasione un prezioso Guarneri del Gesù del 1734 appartenuto a Gaetano Pugnani) propone nel tour una antologia di pagine classiche, da Gluck a Vivaldi, da Saint-Saens a Dvorak, da Mozart a Schubert. I brani vengono eseguiti in arrangiamenti per trio, supportato però da una corposa base registrata. Un ibrido fra amplificazione, suoni registrati e suoni diretti costruito con un obbiettivo evidentemente commerciale (e la risposta del pubblico dà ragione a chi lo ha progettato), ma che sul piano squisitamente musicale lascia molte perplessità. Non certo per la bravura del violinista che non si discute, ma per la resa di diversi brani apparsi banalizzati, appiattiti e in taluni casi anche 'traditi' dagli arrangiamenti.