CHRISTOPHE GAVAT, 'ENDORFINE' (NERI POZZA, PP. 254, EURO 19).
Dopo Omicidio a Cap Canaille, è la volta di Endorfine, avventura che segna il ritorno del comandante Henry Saint-Donat, personaggio nato dalla fantasia del francese Christophe Gavat, classe '66. L'anziano Henry Saint-Donat è un parigino di Montmartre, trapiantato a Marsiglia, ama le moto e sfreccia su una Honda Goldwing. Christophe Gavat è scrittore con una lunga carriera come poliziotto. Teatro delle sue storie è Marsiglia, città vibrante, dall'enorme potenza narrativa, già raccontata da uno dei maestri del noir mediterraneo: Jean-Claude Izzo.
Il ritmo di Endorfine è serrato e le pagine scorrono via velocemente, grazie a una prosa snella e di facile presa, caratteristica che rende questo polar perfetto per l'estate.
Il comandante Henry Saint-Donat stavolta dovrà vedersela con una serie di omicidi efferati che si consumano in ambienti legati alla prostituzione, con feroci malviventi che torturano come in una pellicola horror; Saint-Donat sarà messo a dura prova, dovrà combattere contro le proprie fragilità e una depressione che appare inarrestabile: il lavoro non lo elettrizza più, la solitudine lo divora, dopo la morte dell'adorata moglie: "Anche Henry è in attesa della morte. Lo sa, l'ha accettato. Giorno dopo giorno, gli orrori gli divorano un pezzetto di cervello".
Saint-Donat si sente in una strada senza uscita e mostra in toto le sue debolezze. Ha perso gli affetti più cari e niente ormai lo rende felice: "Cosa ti resta quando hai perso tutto?", si domanda dilaniato dal dolore. Gavat cita in un capitolo l'acclamato Olivier Norek. Anche Norek, francese, è stato poliziotto e ora è un autore di successo; i suoi romanzi sono belli da morire, scrive Gavat che sembra percorrere la strada tracciata dal collega.