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Ferie libere, workation, remote working, come cambiano le nostre vacanze


Le ferie sono da sempre un elemento imprescindibile. Ma come tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro, anche le vacanze sono entrate nel vortice del cambiamento. Da policy aziendali che sperimentano lo smart working o che incentivano benessere e riposo con corsi di yoga e meditazione ad aziende che sperimentano “ferie libere”, e cioè un modello che dà ai propri dipendenti massima flessibilità, anche in Italia ci si sta interrogando su alcuni fatto da sempre considerati caposaldo delle nostre vacanze, come quello secondo il quale la parola “ferie” deve essere accompagnata da “agosto”.
Ferie d'agosto, un mito per generazioni a partire dal boom degli anni '60 anche se l'abitudine risale ai tempi dei Romani e che si è mantenuta viva fino ad oggi, alimentata anche dal fatto che le ferie scolastiche, a differenza che in altri paesi europei, in Italia sono quasi tutte concentrate in estate e per le famiglie con bambini le possibilità di compiere viaggi nel resto dell’anno sono limitate. Ma qualcosa sta cambiando.

Con lo smart working (e non solo) addio alle ferie d’agosto

“La concezione delle ferie cambia, come cambia il mondo del lavoro”, dice Pietro Novelli, general manager di Oliver James Italia, la società di recruitment specializzata nelle professioni tecnologiche e finanziarie. L’introduzione dello smart working sta modificando le abitudini dei lavoratori italiani a partire dalle due canoniche settimane centrali di agosto. “La possibilità di lavorare da luoghi diversi dall’ufficio permette di ri-organizzarsi, potendo unire smart working e weekend lunghi, suddividendo le vacanze in più momenti dell’anno - spiega Novelli - Si assiste sempre meno all’esodo estivo e alle code infinite in autostrada: le persone possono concedersi fine settimana fuori casa lavorando da remoto anche il lunedì e il venerdì, evitando così imbottigliamenti e rientri notturni la domenica sera”.  Un esempio concreto arriva dalla stessa azienda. “I dipendenti hanno l’opportunità, come policy - spiega il manager -  di lavorare da remoto tutto agosto, sia per via della chiusura aziendale che grazie a politiche di full remote working per il periodo estivo. Inoltre, dal nostro osservatorio notiamo che i diversi candidati intervistati, al momento di valutare un’offerta lavorativa, pongono particolare attenzione a questi elementi, specialmente flessibilità e smart working”.

Ferie made in Italy

Con 22 giorni l’anno di ferie più 10 festività nazionali, l’Italia si posiziona al quarto posto nella classifica europea dei paesi con più ferie pagate all’anno. Sopra, solo Austria (con 35 giorni), Portogallo (con 22 giorni più 13 festività nazionali) e Spagna (con 22 giorni e 12 festività nazionali). Fanalino di coda, il Regno Unito, che con soli 20 giorni l’anno di ferie e 8 festività chiude la classifica. Ma basta andare oltreoceano per vedere tutto un altro mondo: in USA, ad esempio, non sono garantiti i giorni di ferie pagati dal datore di lavoro, ma solo le festività nazionali. Molte aziende garantiscono lo stesso le ferie che, però, si aggirano tra i 10 e i 14 giorni all’anno. “Un quadro ben diverso da quello europeo - racconta Novelli - dato forse dal fatto che il mito americano, storicamente, è basato sull’assunto che lavorando sodo si possa ottenere di più e che le ferie siano un diversivo a questo schema. Eppure, è proprio dagli Stati Uniti che stanno nascendo nuove tendenze in fatto di ferie e lavoro”.

Le ferie libere, una nuova frontiera?

 Le Big Tech americane - come Adobe, Salesforce, LinkedIn, Oracle, Netflix e ora anche Microsoft - stanno dando vita a un nuovo modello: quello delle “ferie libere”. Nella mail che Microsoft ha inviato ai propri dipendenti statunitensi si parla di “Discretionary Time Off”, ovvero “Tempo libero discrezionale”. E si riferisce, occorre specificare, ai permessi non pagati. In linea teorica è l’addio definitivo al conteggio delle ferie. Per prendere giorni di permesso si passa comunque dall’approvazione del responsabile, ma non c’è più il famoso “monte ore” da smaltire, né un numero limitato di giorni da utilizzare.
Insomma, anche se è troppo presto per decretare la fine della storia tutta italiana delle ferie d’agosto, un nuovo modello sta emergendo: “In Italia sono le nuove professioni a cambiare questo modello, invertendo di fatto la tendenza che vede gli italiani andare in ferie solo in Agosto”, dice Novelli. E i dati lo confermano, secondo una recente indagine Coldiretti nel 2023 più di 15 milioni di italiani hanno scelto di andare in ferie a luglio invece che ad agosto, l’1,1% in più rispetto all’anno prima. In generale il 41% degli italiani oggi va in vacanza prima di agosto. “Assistiamo a una crescente richiesta di equilibrio tra vita professionale e vita privata: specialmente le nuove generazioni, uno dei target principali per le nuove professioni digitali e tecnologiche, non sono disposte a rinunciare all’elemento di flessibilità”, dice il manager e a dimostrarlo è anche l’incidenza di fenomeni nuovi, come ad esempio la “worktation”, l’alternanza tra lavoro e vacanze, durante il soggiorno estivo, che è un’opzione perseguita da 2 italiani su 5 (dati Osservatorio Emma Villas). “Per questa ragione, proposte come la settimana corta, il full remote, le ferie illimitate, il lavoro per obiettivi e non per orari stanno diventando i driver principali per valutare o meno le proposte lavorative”, conclude Novelli. Si tratta di segnali che convergono in una direzione emersa nel post pandemia: il lavoro non viene più prima di tutto, come accadeva un tempo.

Workation

Dall'inizio di agosto tutti i lavoratori in forza alle sedi di Generali,  lavorano senza recarsi nei rispettivi uffici e così sarà fino alla fine del mese. Si tratta dell'estensione a cinque giorni su cinque dell’accordo «Next Normal» sottoscritto due anni fa e che prevede la possibilità di operare da remoto per tre giorni la settimana e che, con l'incremento dei costi energetici dello scorso autunno, a novembre era stato già potenziato includendo da allora i venerdì. Il diritto di svolgere le proprie mansioni da qualsiasi posizione esterna all'azienda, quindi anche da luoghi in genere deputati alla villeggiatura, si chiama “workation” (da “working” e “vacation”) e va sottolineato che questo non incide in alcun modo con il diritto alle ferie.
Uno stile di vita «È uno stile di vita – riferisce Gianluca Perin, country general manager di Generali Italia al Corriere Veneto – grazie al quale le persone possono svolgere la propria attività da remoto. Chiudere le sedi direzionali è innanzitutto una scelta di sostenibilità ambientale, se si pensa all'energia elettrica risparmiata e alla riduzione di emissioni di anidride carbonica prodotte da un numero minore di spostamenti dei dipendenti con mezzi privati». L'opzione di lavoro da remoto è stata naturalmente concordata con le organizzazioni sindacali, così da stabilire vari diritti in capo al dipendente quali, ad esempio, il diritto alla disconnessione e la possibilità di adottare lo smart working tutta la settimana, anche in periodi normali, in presenza di precise esigenze di ordine familiare.