Sgarbi si sfoga, in Italia non si può più parlare

Prima la difesa ad oltranza del generale Vannucci (“se è contro le unioni gay, non vedo perché non lo può scrivere”), poi la rivendicazione per essere stato “il primo a dire che Miss Italia nera, non è Miss Italia”, poi ancora la pagella ai colleghi di governo e in ultimo l’intemerata contro i direttori dei musei stranieri: “non lasceranno traccia”.
    Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, fa di nuovo parlare di sé per il suo modo privo di filtri del politically correct ma, prima di provocare un incidente diplomatico, corre ai ripari e corregge le sue valutazioni sui direttori stranieri.
    Si è trattato di “espressioni giocose, spiritose” e soprattutto “non ho dato pagelle a nessuno”. Sui responsabili dei musei, “ho fatto battute: punto. E voglio ribadire, nella sostanza del loro lavoro, tutta la mia considerazione per i direttori ‘stranieri’ di alcuni grandi musei italiani, come gli Uffizi, Capodimonte, Brera”.
    Detto ciò, però, il critico d’arte alza le mani. “Una cosa sono le battute, un’altra la riconoscenza e la gratitudine che ho per loro. Mi spiace dire – si lamenta – che, nella sempre più frequente incomprensione dei due registri, probabilmente dovrò rinunciare alle battute. E’ sempre più difficile parlare in Italia”. Insomma, taglia corto, “il tempo di Pasolini, di Flaiano e di Tito Balestra è finito”.
    La diplomazia con le cancellerie europee viene tutelata, anche perché è alle porte la prossima selezione dei nuovi direttori che si concluderà per fine anno: la nuova commissione che li esaminerà è stata infatti nominata a luglio. E non senza polemiche. La Consulta universitaria per la Storia dell’arte e la Società italiana di Storia della Critica d’arte hanno infatti protestato per la scelta dei commissari che siederanno nella “giuria” presieduta dall’avvocato Francesco di Ciommo, ordinario di diritto privato alla Luis di Roma, e che è composta da Marina Brogi, ordinario di Economia e Tecnica dei mercati finanziari alla Sapienza di Roma; da Carmela Capaldi, ordinario di archeologia classica alla Federico II di Napoli; dall’archeologo Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Ministero della Cultura e soprintendente al Pnrr, la storica dell’arte Daniela Porro, alla guida della Soprintendenza Speciale Archeologia e Belle Arti di Roma: l’unica storica dell’arte, la protesta, presente in Commissione.
    Intanto l’esuberante sottosegretario, la pagella l’ha data non tanto ai direttori dei musei quanto ai suoi colleghi di governo. Sempre dal palco di Viareggio, dove ha detto la sua sul generale Vannacci, “umiliato dalla dittatura della minoranza”, e da dove ha criticato l’italianità della Miss di colore (“era una bella ragazza ma, dissi, non è miss Italia”) si è simpaticamente prestato a fare il gioco delle pagelle dei ministri. Tutti formalmente promossi, senza però tralasciare il suo personale giudizio. Lo scrutinio è severo.
    A Guido Crosetto affida un “dieci” abbassandolo subito a “quattro”, a Gennaro Sangiuliano “dieci” che poi diventa “otto”.
    Giancarlo Giorgetti?: “C’è ancora Giorgetti? E’ stato assorbito dalla Meloni, è stato melonizzato, è un po’ sommerso dall’attivismo della premier, sette”. Tradotto? “Cinque”.
    Antonio Tajani?: “Non me lo ricordo, è ministro di cosa?”.
    Rispondendo su Maria Elisabetta Alberti Casellati, è scherzosamente generoso: “È ministro delle Riforme, non si è vista una riforma, una grande discrezione, la riforma deve essere indolore quindi ottimo, 10”. Voto a Elly Schlein? “Dieci”. Tradotto? “Due”. Matteo Salvini? “Mi pare che sia bravo, se c’è da sistemare una strada o un ponte io lo chiamo”.
    Infine Giorgia Meloni: “Mi pare particolarmente brava, è stata tenace e determinata”.
   

Sgarbi si sfoga, in Italia non si può più parlareultima modifica: 2023-08-21T20:13:14+02:00da newsconulana

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