Effetto inflazione, gli italiani a tavola sprecano meno

Crolla lo spreco alimentare nel mondo dove l’inflazione è entrata a gamba tesa nel carrello della spesa. Si compra meno e quindi di butta meno cibo. Rispetto all’estate del 2002 gli italiani hanno ridotto gli sprechi del 25% con 469,4 grammi a settimana che finiscono nell’immondizia, vale a dire 125,9 grammi in meno, ma anche 54,7 grammi in meno rispetto allo scorso gennaio. Cittadini più virtuosi anche negli Usa, area storicamente meno attenta al fenomeno da sempre ai vertici della classifica, dove lo spreco scende del 35%, arrivando a 859,4 grammi settimanali pro capite (-479 grammi sull’anno).

Lo rileva l’indagine di Waste Watcher, International Observatory on Food and Sustainability, promosso dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market, con il monitoraggio Ipsos, realizzata in Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan. Una sorta di classifica presentata alla vigilia della 4/a Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e sprechi alimentari promossa dalle Nazioni Unite del 29 settembre. Si scopre quindi che Spagna e Francia sono i Paesi più virtuosi, migliora la Germania che riduce lo spreco del 43%, come anche il Regno Unito con 632 grammi settimanali a testa, 94 grammi in meno rispetto al 2022.

Svetta invece l’Azerbaijan con 1116,3 grammi vicini alle stime 2022 degli Stati Uniti; in questo Paese inizia ora la campagna di sensibilizzazione che potrebbe dare i suoi frutti nelle prossime stagioni.

“La massiccia riduzione dello spreco domestico a livello globale è l’effetto combinato di un quadro economico e sociale drammatico, con un indice di fiducia sul futuro molto basso – commenta Andrea Segrè fondatore campagna Spreco Zero e direttore scientifico Osservatorio Waste Watcher International – lo sforzo dei governi dovrà dunque concentrarsi su un doppio binario economico ed educativo, per riportare il sistema in equilibrio per ridurre lo spreco di cibo e adottare diete sane e sostenibili”. Ispezionando il carrello della spesa, la frutta fresca si conferma l’alimento più sprecato, dove svettano Italia (33%) e Spagna (40%), seguite da Germania (30%) e Stati Uniti (32%), con l’eccezione del solo Azerbaijan dove si buttano soprattutto cibi pronti.

Al secondo posto ci sono le insalate con l’italia al 24% e la verdura in Olanda, ma anche cipolle, aglio e tuberi in Francia, Spagna e Azerbaijan. In Germania si gettano per lo più affettati e pane confezionato, in Spagna pane fresco, in Azerbaijan persino la carne rossa. Paese che va cibo che butti ma tutti identificano lo spreco alimentare come spreco di denaro in famiglia: dall’Italia agli Stati Uniti, i più preoccupati con l’81%. Tra le misure pubbliche utili a ridurre lo spreco, il Rapporto indica l’unanimità di tutti gli intervistati a puntaresull’istruzione nelle scuole, come anche alle etichette fronte pacco letta dal 71% degli italiani, ma anche da spagnoli (70%), francesi (60%) e tedeschi (45%). A farsi largo sono anche le informazioni nutrizionali determinanti le scelte alimentari per Italia (53%) e Spagna (52%) e le diverse strategie antispreco. Se italiani e spagnoli acquistano con maggiore frequenza i prodotti freschi, la lista della spesa resta invece il punto di riferimento per Germania, Regno Unito e Stati Uniti. Bene anche lo sprecometro, l’app lanciata in via sperimentale 8 mesi fa che permette di tenere sotto controllo lo spreco. È stata adottata da più di 10 mila cittadini in 8 mesi e a oggi ha ‘misurato’ 96 mila euro di cibo gettato per un impatto ambientale pari a 44.100 kg di CO2 equivalenti e 3186 metri cubi di acqua.

Effetto inflazione, gli italiani a tavola sprecano menoultima modifica: 2023-09-28T12:46:56+02:00da newsconulana

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