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Le parole 'contro' di Consolo nel volume curato da Prestifilippo


"KALASÌA. LE PAROLE CONTRO IL POTERE DI VINCENZO CONSOLO", DI CONCETTO PRESTIFILIPPO E GIUSEPPE LEONE, MIMESIS EDITORE, PP. 136, EURO 14 "Kalasìa. Le parole contro il potere di Vincenzo Consolo" è il titolo del libro, curato da Concetto Prestifilippo, che l'editore Mimesis pubblica nella collana 'Sguardi e Visioni'. Al suo interno un racconto fotografico di Giuseppe Leone di rara intensità, una serie di ritratti dello scrittore di Sant'Agata di Militello, scomparso nel gennaio 2012.
    Kalasìa, termine dialettale raro e tipico di Sant'Agata di Militello, è una parola che Vincenzo Consolo amava particolarmente; proviene dal greco e sottintende una memoria antica della bellezza. Il volume raccoglie alcune interviste rilasciate da Consolo a Prestifilippo tra il 1992 e il 2011. A distanza di anni, la rilettura di questi articoli colpisce per l'analisi lucida, a tratti spietata, di alcuni momenti epocali della storia repubblicana. In coda al libro una serie di saggi firmati dal curatore e un suo racconto inedito, dedicato a un tema ricorrente in Consolo e quanto mai attuale: il Mediterraneo e la tragedia dei migranti. L'intento è quello di tratteggiare la figura di un raro 'intellectuel contre'.
    Le interviste della sezione "La spada di Courier" sono un rimando al suo maestro Leonardo Sciascia, scrittore del quale Consolo fu il vero erede morale. Il valore fondante della scrittura consoliana era quello delle pagine de "Le parrocchie di Regalpetra", libro di esordio di Sciascia. L'autore de "Il sorriso dell'ignoto marinaio" aveva scelto la scrittura sui giornali per il suo ruolo di intellettuale. "Consolo non esercitava diplomazie linguistiche, non operava concessioni, non salvaguardava potentati, non blandiva accademie - dice la nota introduttiva -. I suoi interventi potevano irritare, non essere condivisi, ma erano sempre onesti, coraggiosi, puntuali. Consolo ha pagato questo continuo dettato esplicito, ha scontato duramente la sua perenne sottrazione, la disobbedienza, la mancata esposizione televisiva. Rimangono i suoi libri e appaiono oggi ancor più inattaccabili".