MICHIKO AOYAMA, MENTRE ASPETTI LA CIOCCOLATA (GARZANTI, PP. 133, EURO 16) Da qualche tempo dal Giappone arrivano storie di romantici bar dal potere salvifico, luoghi magici capaci di donare serenità agli avventori protagonisti delle trame e, di conseguenza, sollevare l’umore dei lettori. L’autore simbolo di questo genere di racconti terapeutici è Toshikazu Kawaguchi, creatore della fortunatissima saga del caffè. A seguire le orme di Kawaguchi è Michiko Aoyama, premiata autrice bestseller e anche lei giapponese.
    Aoyama, dopo il successo di Finché non aprirai quel libro, è ora tornata con un nuovo romanzo dal titolo Mentre aspetti la cioccolata, edito da Garzanti e tradotto da Laura Solimando.
    Mentre aspetti la cioccolata ci porta a Tokyo alla caffetteria Marble, un piccolo locale in fondo a un viale di ciliegi, di fianco al fiume. È arredato con tavolini e sedie di legno. Ogni giovedì alle tre del pomeriggio al Marble entra una donna misteriosa. È sempre sola, si siede ogni volta al solito angolo, ordina una cioccolata calda e, per circa tre ore, si mette a scrivere lunghe lettere in inglese. Oppure legge romanzi e guarda fuori dalla finestra. Ha i capelli castani lunghi fino alle spalle e gli occhi tondi e lucenti come gocce d’acqua.
    Talvolta piange, talvolta sorride. I clienti del Marble si fanno domande su di lei e anche il cameriere la osserva con interesse, lui le ha dato un soprannome: Cioccolata.
    Al Marble tutti si sentono a proprio agio. Amori e vari destini si intrecciano tra le missive della lady solitaria e le mura di questo etereo posto della gioia, descritto da Aoyama con delicatezza e semplicità.