L’agricoltura verticale in un orto franco nel porto di Trieste

Un progetto di agricoltura verticale idroponica denominato ‘orto franco’ nel porto di Trieste: è l’iniziativa presentata oggi da Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, Coselag e Comune di Muggia per il rilancio dell’area delle Noghere.
    Lo sviluppo dello scalo prosegue nel segno della sostenibilità e, come sostiene il presidente dell’Authority, Zeno D’Agostino, declinando “la più innovativa delle attività economiche: l’agricoltura” e sfruttando i vantaggi del regime di punto franco. Un unicum a livello mondiale visto che, precisa, “non esistono altre free zone dedicate ad attività agricole”. Le colture idroponiche non utilizzano il terreno e riducono radicalmente il consumo di suolo; introducono tecnologie innovative e sostenibili poiché utilizzano colture in una soluzione di acqua e minerali, abbattendo i consumi idrici fino al 98%.
    Nel dettaglio, il progetto si svilupperà su una superficie di 31,3 ettari. Tre saranno le destinazioni d’uso principali: il parco dell’innovazione con l’area di zona franca; il parco dell’energia con la produzione di energia pulita on-site attraverso la riconversione delle vecchie cisterne esistenti a batterie di energia pulita; infine la zona degli orti urbani con aree produttive e orti utilizzabili da associazioni e privati.
    Oltre a piste ciclabili e pedonali.
    Dopo l’acquisto delle aree per quasi 30 milioni, il primo step con un investimento di 16,9 milioni consiste nella bonifica dei terreni e nella realizzazione di un piazzale e opere accessorie nel quadro degli interventi a Noghere complessivamente finanziati con 60 milioni dal fondo complementare al Pnrr. “In questa operazione – conclude D’Agostino – possiamo cogliere il ruolo che l’Autorità può avere anche come grande sviluppatore immobiliare. Un motore di sviluppo e di sviluppo sostenibile”.
   

L’agricoltura verticale in un orto franco nel porto di Triesteultima modifica: 2023-10-10T16:37:56+02:00da newsconulana

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