Cybersecurity, app e password, 5 consigli buoni spesso ignorati

Ottobre è il mese europeo della sicurezza informatica, un’iniziativa che ha l’obiettivo di creare consapevolezza sulla cybersecurity e sull’importanza di proteggere le attività online. Da anni, questa ricorrenza istituita nel 2012 punta a sensibilizzare alle buone pratiche che stanno alla base della cybersicurezza, tra cui impostare password efficaci, aggiornare regolarmente i software e imparare a riconoscere gli attacchi di phishing. Ciononostante, milioni di utenti faticano ancora a metterle in pratica. Ecco, secondo Barracuda, alcuni consigli spesso ignorati dagli utenti.
1. Leggere le istruzioni
Una ricerca ha evidenziato che meno di una persona su quattro ha mai letto, al primo utilizzo, il manuale di istruzioni di un dispositivo o un’applicazione. Se ne deduce che le persone sono sempre più impazienti e preferiscono scoprire le cose da sole, imparando dai propri errori. La maggior parte degli utenti, tuttavia, si arrende dopo pochi minuti, sebbene uno studio confermi che il 95% dei prodotti resi funziona correttamente.
2. Cancellare un’app indesiderata dal telefono può non risolvere tutti i problemi
La semplice disinstallazione di un’app non cancella necessariamente i dati personali contenuti nell’app, non elimina il collegamento con altri account a cui l’utente è connesso (come quelli social) e non rimuove nemmeno il fastidioso adware installato insieme all’applicazione. Per farlo, è necessario accedere all’app store, cercare l’applicazione, cancellare i dati e la cache e poi disinstallare l’app.
3. Un dispositivo semplice e intuitivo verrà usato più di uno complesso e ricco di funzionalità
Tutte le nuove funzionalità degli ultimi modelli dei dispositivi sono tremendamente attraenti, ma spesso si finisce per utilizzarle appena o non sfruttarle quanto si potrebbe. La ragione risiede in un principio chiamato “sovraccarico da eccesso di opzioni disponibili”, esemplificato da un famoso studio della Columbia University: di fronte all’offerta di 24 tipi di marmellata, solo il 3% dei clienti ne ha comprato un vasetto; al contrario, di fronte a sei varietà, il 30% si è deciso a comprare. Avere troppe possibilità di scelta, infatti, può portare non scegliere completamente.
4. Ripetere un’azione all’infinito non risolve il problema
È capitato a tutti di cliccare ripetutamente sul pulsante “aggiorna” o “riavvia” o “ricarica”, nella speranza che il problema magicamente si risolvesse, ma senza successo. Tuttavia, più la frustrazione aumenta e più si tende a mettere in atto questo comportamento, invece di spendere tempo ed energie per trovare una vera soluzione.
5. Impostare una password efficace
Per gli utenti le password sono le chiavi per accedere ai propri contenuti e dati online. Tuttavia, spesso si preferiscono password semplici perché più facili da ricordare, mentre quelle complesse, per quanto sicure, non piacciono perché il rischio di dimenticarle – e dunque di rimanere “chiusi fuori” dagli account o di essere costretti a reimpostarle – è maggiore.  In un recente report, il 91% degli intervistati ha dichiarato di comprendere i rischi legati al riutilizzo delle password, ma il 59% ha ammesso di farlo ugualmente. E sul posto di lavoro spesso la situazione non è più rosea: di fronte all’obbligo di resettare una password, quasi la metà (49%) dei dipendenti si limita ad aggiungere una lettera o un simbolo alla parola precedente.
L’impatto di un atteggiamento superficiale verso le password
La richiesta di creare e impostare password uniche, efficaci e complesse per ciascun account spesso non si concretizza e, secondo una recente indagine, circa i due terzi delle persone (65%) non si fidano dei password manager. Forse, dunque, è arrivato il momento di valutare seriamente un’alternativa.
“Il futuro dell’autenticazione è senza password”, spiega Emre Tezisci, Product Marketing Manager di Barracuda. “L’autenticazione passwordless consiste nel verificare l’identità di un utente attraverso metodi alternativi come, ad esempio, le password usa e getta inviate tramite e-mail o SMS, i token hardware (noti anche come token di sicurezza o di autenticazione, ossia piccoli dispositivi fisici utilizzati per autorizzare l’accesso a reti o sistemi specifici) e la biometria (impronte digitali o riconoscimento facciale), già utilizzata in molte applicazioni e dispositivi consumer, tra cui smartphone e app bancarie e di pagamento”. 

Cybersecurity, app e password, 5 consigli buoni spesso ignoratiultima modifica: 2023-10-22T20:15:00+02:00da newsconulana

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.