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Conserve alimentari, le sfide per garantire qualità e sicurezza


Recuperare sostanze pregiate provenienti dalla lavorazione di prodotti ittici e vegetali, per reimpiegarle nell'industria alimentare come ingredienti, integratori ma anche nel packaging. Impiegare le alte pressioni per ottenere prodotti conservati indistinguibili dal fresco, allungare la shelf life e mantenere le caratteristiche di qualità e sicurezza. Sono diversi gli ambiti di ricerca di Ssica (Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari - Fondazione di Ricerca) che da oltre 100 anni è punto di riferimento per oltre 4 mila imprese del comparto delle conserve alimentari. Un mercato, questo che oggi in Italia vale 17,3 miliardi di euro, con un export in crescita del 23,6% rispetto al 2021. Sono 36 i progetti di ricerca attivi oggi, come spiegato in una tavola rotonda al Cibus Tec di Parma. "Le conserve alimentari è un settore ad alto tasso di innovazione e in rapida evoluzione - ha detto il presidente di Ssica Simone Legnani - che richiede la messa a punto di nuovi processi produttivi nell'ottica di conciliare tecnologia e sicurezza per garantire standard qualitativi sempre più elevati".
    I ricercatori hanno individuato nel chitosano, molecola che deriva dalla lavorazione di crostacei, una sostanza con notevole potere antibatterico in grado di essere usata come film attivo per il confezionamento di alimenti, incrementandone significativamente la shelf-life. La gommoresina invece, derivante dal pomodoro, è un'ottima alleata per ottenere una vernice interna con funzione di barriera protettiva nelle confezioni. Gli imballati di cellulosa, tipicamente composti dall'80% di cartoncino vergine e per la restante parte da polietilene a bassa densità, favoriscono la protezione del prodotto, di preservare le caratteristiche organolettiche, di offrire una buona barriera a ossigeno e vapore acqueo e buone prestazioni in fase di confezionamento. Quanto alla ricerca sull'impiego delle alte pressioni, importante per i produttori che esportano anche a lunga distanza, è un procedimento impiegato nelle conserve ittiche, di carne e bevande, superando i limiti dei processi più tradizionali come la sterilizzazione e la pastorizzazione.