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Le Carrousel, la magia del circo nei quadri di Simona Gasperini


Due trapezi pronti a librarsi nell'aria e due acrobati in attesa di spiccare il salto incrociato in un vuoto grigio-ocra sovrastato da spiragli azzurro intenso. La scena, che in uno dei tanti circhi della realtà potrebbe durare un attimo, qui può continuare in eterno, cioè per tutto il tempo che lo spettatore è disposto a dedicare all'incanto della favola. Comincia così, con questa immagine tra dipinto e collage, la nuova mostra dell'artista romana Simona Gasperini, "Le Carrousel", allestita nell'ambito di 'Raw' (Rome art Week) dal 23 al 28 ottobre, in uno spazio altrettanto magico, a Monti. Tra abbandono studiato e muri sapientemente non intonacati, dai quali affiorano ricordi di affreschi e finestre aperte su scorci di città nascosta.
    Il Laboratorio di Antonella Argenti, al terzo piano di un antico palazzo a Via degli Zingari 60, ospita il resto dello 'spettacolo circense' messo in scena dall'artista.
    Attraverso la tecnica del collage, che riempie di vita ogni dettaglio, ci vengono incontro, non le donne-cannone che ci si aspetta, ma figure femminili incoronate, eleganti e risolute, che dominano su scene di cavalli in corsa o tendoni da circo aperti su altrettanti spettacoli di un mondo, perpetuo e circolare, com'è anche quello circense.
    E c'è anche l'illusionista, avvolta di celeste sfumato e geometrie bianche e nere. "Nelle mie opere - spiega Simona Gasperini - lo spettatore, l'artista e l'acrobata si riconoscono poiché diventano un'unica figura, quella terrena, la quale diventa narrazione e vive lo stupore di quel preciso momento". E infatti in tutte le sue produzioni, anche quelle dedicate alla poetessa statunitense Emily Dickinson, il grande protagonista è l'attimo, il momento in cui si guarda, si pensa, si vive, si cattura il fascino di ciò che è stato e si continua a desiderare. E stavolta, quello che ha voluto proporre con i suoi quadri-collage Simona Gasperini, è la magia dell'attimo che si vive tra funamboli e acrobati. Naso all'insù in attesa del futuro. Perché, come diceva Oscar Wilde, "Per mettere alla prova la realtà dobbiamo vederla prima sulla fune del circo".