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Bussone (Uncem), servono fondi per segnale tv in montagna


La tv digitale terrestre in Italia continua a fare i capricci in molte zone, a partire da quelle montane dove il segnale spesso arriva male, con interferenze o addirittura non arriva proprio. Ne abbiamo parlato con Marco Bussone, presidente delle comunità montane. Rappresenta circa 3.800 comuni con una popolazione stimata tra gli otto e i dieci milioni di persone. Quest'estate aveva chiesto al ministro Adolfo Urso uno stanziamento di venti milioni di euro per riaccendere la tv in molte comunità montane. Fondi utili ai comuni per ammodernare i ripetitori del digitale terrestre e per installare il satellite di tivùsat. Da allora cosa è accaduto? "Nulla di quanto richiesto si è visto", ha premesso Bussone.
    Ci sono state interlocuzioni col ministero? "Purtroppo no". Cosa intendete fare? "Proprio in queste ore - ha aggiunto il presidente delle comunità montane - stiamo preparando una serie di lettere da inviare ad alcuni membri dell'esecutivo competenti in materia, in vista dell'approvazione della legge di bilancio.
    Dobbiamo richiamare l'attenzione del governo su un problema che continua a riguardare milioni di cittadini che hanno diritto a vedere la tv, a partire dal servizio pubblico. Non mi importa l'entità della cifra che decideranno di stanziare. Quello che importa è catalizzare l'attenzione su questo problema dei territori montani che sembra essere uscito dall'agenda politica". Supponiamo che arrivino questi fondi, come dovrebbero essere erogati e a chi? "Le formule sono due. Una parte dei fondi devono andare agli enti locali che sono proprietari d'impianti di trasmissione del digitale terrestre da ammodernare e/o convertire. Il resto deve andare in incentivi ai cittadini perché installino il satellite di tivùsat". Continuate a ricevere lettere di proteste? "Certo", ha concluso Bussone.