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Rischio aumento prezzo olio 'ma no a coltivazioni intensive'


Rischio di una forte crescita dei prezzi del settore olivicolo in inverno, calo della produzione del 30% a livello nazionale (ma anche la Spagna non se la passerebbe meglio) e un secco no alle coltivazioni intensive. E' quanto è emerso al festival Food&Book di Montecatini (Pistoia), che si è chiuso con il convegno 'Gli oli extravergini italiani: come valorizzarli a tavola e in azienda', alla presenza del sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra.
    "A causa della mancanza di olio - ha detto La Pietra - ci troveremo di fronte a un forte innalzamento dei prezzi. Occorre comunicare che l'olio è un alimento eccellente dal punto di vista nutrizionale e quindi è preferibile spendere qualche euro in più per avere un prodotto con le migliori caratteristiche".
    Un altro tema affrontato è stato quello relativo all'abbandono di oliveti negli ultimi anni: per recuperare produttività, si stanno diffondendo gli impianti intensivi, ma così - è stato detto nell'incontro - le operazioni di potatura e raccolta provocano danni ai tessuti vegetali che necessitano di trattamenti anticrittogamici, pena la diffusione di patologie (e il crollo della produzione spagnola è proprio da imputare soprattutto alla diffusione di malattie derivanti dall'intensità degli allevamenti delle piante). Coltivazioni intensive che peraltro mal si adatterebbero alle aree collinari, tipiche di gran parte del territorio italiano.