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Miuccia Prada, fare vestiti un incubo ma ha vinto l'amore del bello


 "La moda è un terzo della mia vita, il secondo terzo è rappresentato dalla cultura e dalla Fondazione Prada, poi ci sono la famiglia e gli amici, e forse qualche piacere. In realtà, si sovrappongono tutti. Cerco di fare in modo che la mia vita sia utile", dice Miuccia Prada in un'intervista per il numero di marzo di Vogue Italia. Una donna di sinistra, con un dottorato in Scienze Politiche, nonché ex membro del Partito Comunista Italiano che, a suo tempo, ha marciato per i diritti delle donne: "Ho sempre pensato che ci fossero solo due professioni nobili: la politica e la medicina.
    Fare vestiti era come un incubo, per me. Mi vergognavo tanto, ma l'ho fatto comunque. L'amore per le cose belle ha prevalso". Non ama la parola lusso e spiega: "Lavoro per un'azienda di lusso, il che non è facilmente conciliabile con una posizione politica come la mia. Questa è sempre stata la più grande contraddizione della mia vita".
A cosa serve la moda? "A darci la possibilità di esprimere la nostra personale visione del mondo. altrimenti, credo, sarebbe inutile. Vedere le donne solo come belle silhouette? No, io - afferma - cerco di rispettarle. Tendo a non fare abiti super-sexy. Cerco di essere creativa in un modo che possa essere indossato, che possa essere utile. In me - prosegue - convivono più personalità. C'è la parte femminile e quella maschile, quella gentile e quella dura".
    74 anni, minuta e regale, ha creato i brand di moda Prada e Miu Miu e insieme al marito, Patrizio Bertelli, è a capo del Gruppo Prada, un polo del lusso di statura globale, con 4,2 miliardi di euro di ricavi netti (al 2022) e oltre 13mila dipendenti.
    "Quando mi dicono che sponsorizziamo la cultura, io replico che, no, vogliamo essere parte della sua creazione. Non si tratta di soldi, ma di unire gli sforzi, mettere insieme le persone, proporre e trovare soluzioni. In quelli che sono i miei ultimi anni, mi sto sforzando di essere più politica, più efficace".
    Riservata, è diventata nonna: "Non so come si educhino i bambini, oggi. Inoltre, crescerli significa avere a che fare con i media, gli smartphone e così via, tutte cose che non padroneggio. Ma penso che sarò una buona nonna. Di quelle che insegnano, ma sono anche divertenti".