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Nergiz, fotogiornalista racconta la resistenza curda


NERGIZ, EUGENIO GROSSO (ED. VIAGGI MAORI, PP 96, EURO 15) - Nergiz vuol dire narciso ed è un nome molto diffuso nel mondo curdo e persiano. Mazzolini di narcisi si regalano per Newroz, il capodanno curdo, che si celebra il 21 marzo. Simbolo di rinascita, lo è diventato nel corso degli anni anche della resistenza di questa minoranza. Ha scelto questo fiore per il titolo del suo libro di racconti autobiografici Eugenio Grosso, un fotogiornalista che dal 2016 si occupa in maniera estensiva di Kurdistan e curdi.
    "Nonostante i curdi siano spariti dalla ribalta dei media occidentali ciò che accade in quella porzione di mondo continua a coinvolgerci tutti - ha spiegato Grosso presentando il libro -. Dalla crisi petrolifera Russa che ha fatto aumentare l'importazione di greggio curdo, ai missili iraniani contro una presunta base del Mossad a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno. Ma anche l'omicidio di Jina (Mahsa) Amini, donna curda la cui morte ha fatto scatenare le proteste del movimento 'Jin, Jiyan, Azadi' (donna, vita, libertà), storico motto della resistenza curda".
    I racconti sono spesso crudi e senza filtri per alleggerirne la drammaticità. Descritti da Grosso con emozione ma anche con il distacco di chi scatta una fotografia e sa perfettamente quanto quella immagine sarà fondamentale. Dalla tragica morte di un medico volontario al funerale di un martire, il libro si divide in quattro capitoli, uno per ognuno dei paesi in cui il Kurdistan storico è stato diviso: Iran, Iraq, Siria e Turchia.
    "Ho incontrato contrabbandieri e giornalisti, professori e guerriglieri all'apparenza lontani l'uno dall'altro, ma in realtà uniti da uno stesso desiderio di autonomia e riscatto - ha detto il fotogiornalista -. L'idea di scrivere questo libro nasce dalla volontà di raccontare tutto quello che altrimenti sarebbe rimasto nell'ombra per far si che, seppur in una piccola parte, tutta la vita di quei giorni non venga dimenticata".