Sono in dirittura d'arrivo i lavori della Commissione di riforma della legge sulla Colpa medica, che sta lavorando per l'introduzione in sede civile dell'istituto della lite temeraria, grazie alla quale si dovrebbe contenere il fenomeno delle denunce che porta ad oltre il 90% delle assoluzioni degli imputati. Questo quanto emerso nel corso di un confronto con i principali operatori del settore organizzato da Valore, nell'ambito del Forum Valore Club. Si è in particolare è discusso dei cambiamenti necessari per passare da un approccio reattivo, focalizzato sulla difesa legale (la medicina difensiva), a una prospettiva (la medicina preventiva), incentrata sulla promozione della salute e sulla riduzione dei rischi.
Oltre che sull'istituto della lite temeraria, si legge in una nota di Valore, la Commissione sta lavorando sulle consulenze tecniche, per prevenire "il fenomeno delle numerose nomine che riguardano sempre i medesimi professionisti a discapito di una reale indipendenza di giudizio". Infine c'è l'obiettivo di "rivedere l'onere della prova delle cause civili, ponendola in capo al ricorrente". La discussione ricerca un nuovo equilibrio che permetta di ridurre i 10 miliardi di euro della spesa sanitaria sottratti a cure e trattamenti spesso vitali.
"La responsabilità medica è un sistema complesso - ha dichiarato Francesco de Micco, clinical risk manager della Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico - dove la specificità dell'atto medico si intreccia con l'evoluzione normativa e giurisprudenziale, i cambiamenti socio-culturali e, non da ultimo, l'impatto delle nuove tecnologie. In quest'ottica, è necessario promuovere una sempre maggiore umanizzazione delle cure per recuperare pienamente l'alleanza terapeutica, rispetto alla quale una relazione tra medico e paziente fondata sulla fiducia si pone come un prerequisito irrinunciabile".
"La logica sottesa alle norme penali che definiscono la colpa medica - ha dichiarato Giuseppe Sabatelli, Coordinatore del Centro Regionale Rischio Clinico (Crrc) della Regione Lazio - persegue obiettivi e utilizza strumenti totalmente diversi rispetto a quelli propri della gestione del rischio sanitario.
Inoltre, incoraggia la medicina difensiva e compromette ulteriormente l'alleanza terapeutica tra operatori sanitari e persone assistite. È pertanto auspicabile la ricerca di soluzioni alternative al solo diritto penale al fine di perseguire la migliore tutela delle persone assistite, degli operatori e delle organizzazioni, nonché assicurare la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale".
"Questa iniziativa - ha detto Stefano Ronchi, Ceo di Valore - si inserisce in un più ampio progetto promosso da Valore volto a portare l'attenzione dei decisori politici, mondo professionale e società di assicurazioni e gestori di fondi sanitari sull'agenda di una più completa riforma della responsabilità medica e della sostenibilità finanziaria del sistema sanitario nazionale".