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Parigi 2024: Mazzara, "lo skate è iniziato come un gioco"


"Lo skate è iniziato come un gioco, ai tempi non si poteva immaginare che sarebbe diventato tutta la mia vita. Non c'era nessuno che mi dicesse cosa fare, ero semplicemente me stesso, esprimevo tutta la mia creatività.
    Questa possibilità ti è concessa da pochi sport". Alessandro Mazzara è un ragazzo di 18 anni nato ad Erice ma cresciuto e vissuto a Cinecittà: è un skater e andrà a caccia di una medaglia per l'Italia ai Giochi di Parigi 2024 nello skateboard.
    E' uno dei protagonisti di "Zeta", la serie di Red Bull, su cinque fuoriclasse dello sport della Generazione Zeta.
    Seppur giovane ha girato il mondo per competere con i migliori skater, senza dimenticare però le proprie radici. Ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 è diventato il primo atleta italiano a partecipare nella categoria skateboard. Mazzarra ricorda lo skate park di via Ciamarra, dove ha iniziato a praticare questo sport, un'oasi di libertà e di sicurezza per chi viene da quartieri difficili. La sua passione l'ha vissuta con il pieno supporto del papà Gaspare e di mamma Daniela: "A papà è sempre piaciuta l'idea di portarci qui, da quando avevo 7 anni è stato tutti i giorni con me e mio fratello. Sono due persone differenti mio padre e mia madre, io sono molto più simile a mia madre. La cosa bellissima del rapporto tra me e lei è che parliamo veramente poco di skate, quando basi la tua vita su qualcosa poi ti ritrovi tutto il giorno a parlare di quello.
    Mentre con mio padre, per il fatto che l'ha vissuto di più, ci trovavamo realmente a confrontarci. Su questo mi ha sempre aiutato".
    Ma c'è tanto da lavorare: "Ci sono ragazzini di 15 anni fortissimi, si allenano un sacco di ore al giorno tra palestra e skate; quindi, se vai in America e skati con il più scarso, la stessa persona è la più forte in Italia. Se vuoi realmente competere con queste persone devi fare quello che fanno loro, o meglio di loro. Ci sono cose che devono cambiare nel tuo stile di vita, nelle tue abitudini, però se vuoi devi. Si fanno dei sacrifici e li fai volentieri", racconta Alessandro.
    "A 18 anni ho realmente capito che era il mio momento. Lo skate è la cosa che amo fare di più in assoluto, l'unico modo per farlo più a lungo possibile è questo: iniziare a vivere con l'obiettivo di diventare il migliore. È un cambiamento difficile per il carattere che ho. A ho dovuto trovare un equilibrio, tutto mio", conclude il giovane azzurro.