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Sospeso il presidente Agenas, lasciò una garza in un paziente


La presidenza del Consiglio dei Ministri ha accolto la richiesta, presentata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, di sospensione dall'incarico per Enrico Coscioni, il presidente di Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario che svolge attività di ricerca e di supporto nei confronti del ministro della Salute, delle Regioni e delle Province.

L'annuncio arriva dai parlamentari di Fratelli d'Italia, il senatore Antonio Iannone e il deputato Imma Vietri, che, nelle scorse settimane, avevano presentato un'interrogazione parlamentare al ministro, per chiedere se vi fossero i presupposti per sospendere e o rimuovere dal ruolo ricoperto presso l'Agenas da Coscioni, primario dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno e direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria, al quale è stata applicata, su disposizione della Procura di Salerno, la misura cautelare interdittiva del divieto di esercizio della professione medica per un anno, a seguito del decesso di un paziente al quale sarebbe stata lasciata una garza all'interno del suo corpo durante un intervento, paziente poi morto.

Schillaci ora ha inviato la richiesta di sospensione alla Conferenza Permanente Stato-Regioni e la questione sarà all'ordine del giorno il prossimo 2 maggio.

Il parere favorevole - si spiega in una nota - è arrivato anche dall'Avvocatura Generale dello Stato, per la quale "i compiti istituzionali dell'Agenzia, la posizione organica e funzionale del suo presidente e gli specifici atti contestati al dottore Coscioni potrebbero far rilevare una inopportunità della prosecuzione dell'incarico". "La sospensione è un atto dovuto in quanto - concludono Iannone e Vietri - non possono esserci ombre o sospetti su chi ricopre un incarico prestigioso al vertice di un ente pubblico di rilievo". "Sia chiaro che per me vale sempre il principio della presunzione d'innocenza - aggiunge Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega. - Ma vista la gravità delle accuse, il buon senso avrebbe suggerito il passo indietro del professionista salernitano e, in mancanza, sarebbe stato necessario lo stop all'incarico. Una cosa è l'inchiesta su cui la giustizia farà il suo corso, discorso diverso è la posizione ricoperta da Coscioni, sia nel contesto dell'ospedale Ruggi che in quello dell'Università di Salerno dove aveva recentemente ricevuto l'incarico di professore a contratto. La sospensione è quindi un atto dovuto, sugli ulteriori sviluppi attendiamo i giudici".

Per il vicepresidente di Noi Moderati alla Camera dei Deputati, l'onorevole Pino Bicchielli, le "accuse erano troppo gravi per permettere al fedelissimo di De Luca di restare a capo di un ente così importante; il nostro plauso al ministro Schillaci e al premier Giorgia Meloni per aver firmato il provvedimento - ha aggiunto l'onorevole Bicchielli - Attendiamo il riesame, certi di aver intrapreso ancora una volta la strada del buon governo, a tutela della sanità pubblica e del diritto alla salute di ciascun cittadino". "Stop alla macchina del fango" chiede invece Mario Polichetti, sindacalista della Uil Fpl provinciale e primario del Reparto di Gravidanza a Rischio presso il San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno. "In qualità di collega e professionista nel campo della salute, seguo con interesse e preoccupazione gli sviluppi di questa vicenda. È importante sottolineare che Coscioni ha dedicato la sua carriera alla cura dei pazienti e al miglioramento del sistema sanitario nazionale attraverso il suo ruolo di presidente dell'Agenas - ha detto Polichetti -. Tuttavia comprendo l'importanza di un'indagine approfondita e imparziale".