"Non si è trattato di un alterco, ma di un monologo di Massimiliano Allegri che mi ha chiamato mentre ero a circa venti metri di distanza, e facevo una telefonata privata: si è, quindi, rivolto a me con la frase: 'Metti giù il telefono, direttore di merda'. Ha proseguito con tutte le frasi riportate nella mia ricostruzione, compresa la minaccia di venirmi "a prendere" e di "staccarmi le orecchie". Mi ha preso con forza il polso destro, strattonandolo più volte. Ho testimoni". Il direttore di Tuttosport, Guido Vaciago controreplica, con una dichiarazione all'Ansa, alla ricostruzione di Allegri fatta tramite il suo avvocato Rodella.
"Vengo accusato - la dichiarazione di Vaciago con cui controreplica alla versione dell'episodio fatta all'Ansa dal legale di Allegri, Paolo Rodella - di aver dato una ricostruzione "falsa" dei fatti accaduti nello Stadio Olimpico, mercoledì sera, fra il suo assistito Massimiliano Allegri e me. Tutto ciò è forse ancora più grave dell'accaduto che, per quanto mi riguarda, faceva già parte del passato e sul quale sono costretto a tornare".
"Invito le parti a una maggiore precisione nella ricostruzione dell'episodio - sottolinea il giornalista -, soprattutto perché la scena si è svolta sotto gli occhi di parecchi testimoni, fra cui il dirigente responsabile Broadcast della Lega Serie A, Manuele Tigani, che più di ogni altro si è prodigato per fermare Allegri; Gabriella Ravizzotti dell'Ufficio Stampa Juventus; almeno due steward dell'Olimpico; un rappresentate delle forze dell'Ordine e tre giornalisti. Ribadisco, quindi, che non si è trattato di un alterco, ma di un monologo di Allegri che mi ha chiamato mentre ero a circa venti metri di distanza da lui, facendo una telefonata privata e senza dedicargli alcuna attenzione. Si è, quindi, rivolto a me con la frase: 'Metti giù il telefono, direttore di merda'. Ha proseguito con tutte le frasi riportate nella mia ricostruzione, compresa la minaccia di venirmi 'a prendere' e di 'staccarmi le orecchie'. Mi ha preso con forza il polso destro, strattonandolo più volte mentre parlava, lui sì, a voce molto alta. Io non l'ho mai insultato e non ho mai alzato la voce, come potranno confermare i testimoni.
Ho semplicemente detto con tono di voce normalissimo: 'Stai calmo Max' e per due volte: 'Stai attento, che quello che dici è grave'. Ribadisco - conclude Vaciago - che questa mattina il fatto per me riguardava il passato, mi auguro di non dover più tornare sull'accaduto".