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Dop a rischio, l'Ente Risi chiede di cambiare il deflusso ecologico


"L'Ente Nazionale Risi non vuole assistere al declino della risicoltura italiana: in un'annata in cui non c'è stata carenza d'acqua, il settore si deve confrontare con regole che ne impediscono l'utilizzo. Sembra incredibile ma è vero". Così dall'ente a proposito delle norme sul deflusso ecologico, che stanno mettendo a dura prova circa 1.500 ettari di risaie nella zona della Baraggia biellese e vercellese, dove si produce l'unica Dop del riso in Italia.
    In base alle normative comunitarie sul deflusso ecologico, quest'anno va rilasciata ai fiumi e torrenti utilizzati per l'irrigazione una quantità di acqua notevolmente maggiore rispetto agli altri anni; di conseguenza, la quantità di risorsa idrica derivata per le risaie è nettamente inferiore. A fare le spese di questo provvedimento è l'area della Baraggia, servita dalla Roggia Marchesa, dove si rischia il raccolto.
    La presidente di Ente Risi, Natalia Bobba, ha invitato la Regione Piemonte a volersi confrontare con il settore, "per evitare ricadute drastiche di norme che necessariamente devono essere riviste". In quest'ottica, la situazione è stata illustrata anche in sede ministeriale richiedendo urgenti incontri e confronti anche in Europa. "Bisogna avere il coraggio di adottare norme e comportamenti che non pregiudichino il primato della risicoltura italiana nell'Unione Europea - dichiara Bobba -. Sarebbe poco lungimirante lasciare il mercato del riso in mano agli importatori solo perché non si è in grado di coniugare necessità di produzione e regole ambientali".