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Viaggio a Reims chiude Rof nell'anno di Pesaro Capitale


(di Federica Acqua) Il viaggio a Reims in forma di concerto chiude il 23 agosto prossimo all'Auditorium Scavolini il 45/simo Rossini Opera Festival (Rof) con 17 star della lirica che nell'anno di Pesaro Capitale ne celebrano a 40 anni di distanza il primo epocale allestimento con la regia di Luca Ronconi, le scene e i costumi di Gae Aulenti e la direzione d'orchestra di Claudio Abbado.
    Il dramma giocoso poté essere realizzato grazie al miracoloso ritrovamento di parte dello scomparso manoscritto autografo del compositore nella Biblioteca di Santa Cecilia, che una volta completato con le sezioni fatte confluire da Rossini ne Le Comte Ory e altri materiali d'orchestra conservati a Parigi dette origine all'edizione critica della Fondazione Rossini con Casa Ricordi.
    Dopo l'acclamato debutto, l'opera fu replicata nel 1985 con analogo successo alla Scala di Milano ed entrò definitivamente nel repertorio operistico mondiale. Simbolo del Rof, viene riproposta dal 2001 come saggio finale degli allievi dell'Accademia Rossiniana. Il 23 agosto si avvarrà della direzione di Diego Matheuz sul podio dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e del coro del Teatro Ventidio Basso, offrendo al pubblico l'opportunità di ascoltarla dalle voci di consumati interpreti del repertorio belcantistico rossiniano di cui rappresenta un concentrato.
    Scritta da Rossini per celebrare l'incoronazione di Carlo X a Reims dopo la Restaurazione post napoleonica, la cantata andò in scena il 19 giugno del 1825 al Théatre Italien di Parigi. Tra la decina di allestimenti commissionati per l'occasione ad altrettanti compositori a glorificazione di un monarca reazionario che cinque anni dopo sarebbe stato deposto, fu senza dubbio il più irriverente e forse fu un bene che durante l'ascolto il re dormisse quasi tutto il tempo. Col librettista Luigi Balocchi Rossini inscenò infatti un ironico 'psicodramma' all'albergo termale Giglio d'oro di Plombières dove una serie di personaggi che incarnano in maniera parodistica gli stereotipi umani della Parigi dell'epoca, cercano di raggiungere Reims per assistere al grande evento, ma bloccati dall'impossibilità di trovare cavalli a noleggio per arrivarci si risolvono a festeggiare 'in casa', rinviando l'accoglienza del monarca a Parigi.
    Basata sulle interrelazioni dei protagonisti (screzi amorosi, sfoggio di saperi, svenimenti per bagagli perduti, improvvisazioni poetiche ispirate a Madame de Stael ed ironiche esternazioni delle diverse identità nazionali), ma priva di una vera storia, la cantata si traduce in una 'summa' astratta della creatività del compositore con arie, duetti, recitativi, concertati, pezzi drammatici, comici, e brani orchestrali a se stanti che nonostante ciò riescono ad attagliarsi ai personaggi grazie al genio del suo creatore, che dopo solo quattro recite la ritirò dalle scene utilizzando come sempre faceva i suoi numeri musicali per altri lavori. Ironia della sorte, nel 1848 il Théatre Italien se ne servì per celebrare la rivoluzione in una versione intitolata Andremo a Parigi? All'Auditorium Scavolini sarà interpretata da Vasilisa Berzhanskaya (Corinna), Maria Barakova (Marchesa Melibea), Jessica Pratt (Contessa di Folleville), Karine Deshayes (Madama Cortese), Jack Swanson (Cavalier Belfiore), Dmitry Korchak (Conte di Libenskof), Mihael Mofidian (Lord Sidney), Erwin Schrott (Don Profondo), Nicola Alaimo (Barone di Trombonok), Vito Priante (Don Alvaro), Alejandro Baliñas (Don Prudenzio), Tianxuefei Sun (Don Luigino), Paola Leguizamón (Delia), Martiniana Antonie (Maddalena), Vittoriana De Amicis (Modestina), Nicolò Donini (Antonio), Jorge Juan Morata (Zefirino/Gelsomino).