Un’ annoiata coppia borghese guarda la televisione in un ambiente anni ’60, finché uno stuolo di fattorini carichi di pacchi e quattro ‘sirene’ della pubblicità vestite come le gemelle Kessler non giungono ad allietare la loro vita riempiendola di oggetti. Si è aperta così ieri sera 8 novembre, accolta da applausi e sorrisi, la prima del Turco in Italia di Rossini al Teatro Pergolesi di Jesi, che non la presentava da 205 anni.
Un allestimento in coproduzione con altri cinque teatri italiani (il Sociale di Rovigo, Ravenna Manifestazioni, Coccia di Milano, Amintore Galli di Rimini, Verdi di Pisa) a cui il regista Roberto Catalano ha voluto dare una cornice ‘consumista’ facendo della protagonista, Donna Fiorilla un esempio di shopping compulsivo perché ‘non si dà follia maggiore dell’amare un solo oggetto’, anche se si tratta di persone.
Così, tra il saliscendi di vetrine illuminate ad illustrare mercanzie di tostapane, caffettiere e fon e il vorticoso girare dei fattorini che li consegnano in scatole con scritto Vero amore, si svolge l’opera composta da Rossini nel 1814 in cui il turco Selim sbarca in Italia e s’invaghisce, ricambiato, dell’avvenente e capricciosa Fiorilla chiedendo al marito di comprala.
Solo minacciando di rispedirla a casa, dopo alterne vicende ed esilaranti travestimenti, il mite consorte ottiene il ravvedimento della bella che davanti ad un cumulo di oggetti a cui ormai non attribuisce alcun valore piange la felicità perduta. Ne segue un finale agrodolce in cui il marito se la riprende non cancellandone però del tutto i desideri d’evasione, mentre Selim riparte col suo vecchio amore Zaida che gli è rimasta fedele.
Colorata e divertente la messinscena, con gli abiti dei fattorini blu e quelli dei protagonisti gialli, colori riproposti anche negli ambienti che li ospitano e ricreano l’Italia del boom economico, dove le quattro ‘ballerine-Kessler’ spargono con boccette di profumo’ una sorta d’irresistibile polverina che spinge tutti all’acquisto. Bravi nella recitazione sempre molto movimentata tutti i protagonisti, con un canto complessivamente funzionale alla partitura orchestrale, diretta con vorticosa efficacia da Hossein Pishkar sul podio dell’Orchestra Giovanile Cherubini e del Coro Lirico Veneto preparato da Giuliano Fracasso. Sono Nahuel Di Pierro (Selim), Elena Galitskaya (Fiorilla), Fabio Capitanucci (Geronio), Francisco Brito (Narciso), Daniele Terenzi, che ha sostituito Bruno Taddia (indisposto) nelle vesti di Prosdocimo, Francesca Cucuzza (Zaida), Antonio Garés (Albazar). Scene di Guido Buganza, costumi di Ilaria Ariemme, coreografie di Marco Caudera. Si replica il 10 novembre alle 16.
Nel Turco in Italia in scena a Jesi la vita è uno spot
Nel Turco in Italia in scena a Jesi la vita è uno spotultima modifica: 2024-11-09T13:44:55+01:00da