Secondo il “Gender Gap Report 2022” del World Economic Forum, su 146 Stati mappati, l’Italia ha mantenuto il 63° posto, come lo scorso anno, per l’indice composito di “Gender Gap”. Questo dato tiene in considerazione le differenze di genere in 4 diversi ambiti: partecipazione economica e opportunità; livello di istruzione; salute e sopravvivenza; empowerment politico. Dunque, il posizionamento in classifica è rimasto lo stesso rispetto allo scorso anno, e l’Italia resta al di sotto della media europea di circa 6 punti percentuali, piazzandosi tra i tre paesi peggiori dell’area di riferimento per quanto riguarda l’indice della partecipazione economica e opportunità. In ambito STEM (acronimo dall’inglese science, technology, engineering and mathematics ), le donne continuano a essere sottorappresentate, in particolare nei campi dell’ingegneria (6.6% donne VS 24.6% uomini) e ITC (Tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione ) (1.7% donne VS 8.2% uomini). Dati negativi anche per quanto riguarda la copertura di posizioni apicali: solo il 15% di CEO sono donne.
In occasione della “Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza”, l’11 febbraio, si colgono, pur in un contesto decisamente ancora negativo, dei segnali positivi. Il numero di Curriculum femminili che sono arrivati nel corso del 2022 è triplicato rispetto all’anno precedente, passando dal 10% al 30% del totale. Anche facendo riferimento ai ruoli più tecnici, siamo passati dal 2% al 15%. Dati incoraggianti, quelli segnalati dal gruppo italiano Fortitude. “Il gender gap rimane un problema importante, in particolare per il nostro settore e ormai da qualche anno ci stiamo impegnando tanto, anche grazie alla collaborazione con l’organizzazione no profit SheTech, che si impegna a colmare il gender gap nel settore delle STEM, per portare un vero cambiamento”, dichiara Leo Pillon, CEO del Gruppo Fortitude. “Proprio per tutto questo, non posso che essere felice dei miglioramenti a cui stiamo assistendo. Tuttavia, per capire effettivamente a che punto siamo, dobbiamo tener conto di tanti aspetti. Penso ad esempio alle tante posizioni aperte in ambito marketing ed HR che hanno contribuito a migliorare i dati. Anche dal punto di vista tecnico, la maggior parte delle nuove assunzioni riguarda profili specializzati in grafica e design e non solo in informatica, come User Experience Designer e Interaction Designer. I profili femminili più “ingegneristici”, come back-end developer o software Engineer, rimangono davvero pochi.”. “Insomma, – continua Pillon – questi numeri devono farci guardare al futuro con fiducia, ma senza dimenticare che la strada da percorrere è ancora lunga. Probabilmente è arrivato il momento di un intervento deciso da parte delle Istituzioni, perché la rivoluzione culturale di cui c’è bisogno non può e non deve essere esclusivamente un obiettivo delle singole aziende e delle associazioni. Le nuove generazioni di professionisti devono crescere con la consapevolezza che, che certe posizioni possono e devono essere ricoperte anche da figure femminili, senza nessun tipo di pregiudizio”.
Chiara Brugera, managing director di SheTech aggiunge “lavoriamo attraverso due modalità fondamentali per colmare il divario di genere nel settore digitale e tech: l’empowerment, attraverso incontri ispirazionali con role model, e la formazione, tramite i bootcamp di coding che permettono a sempre più persone di avvicinarsi al mondo della tecnologia in modo pratico e concreto”,
Donne in ingegneria e tecnologia, il gender gap che mette l’Italia tra i paesi peggiori
Donne in ingegneria e tecnologia, il gender gap che mette l’Italia tra i paesi peggioriultima modifica: 2023-02-11T19:38:01+01:00da